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Profumi di Balenciaga: la nuova collezione è couture

Quando si parla di profumi di Balenciaga, non si evoca semplicemente un accessorio olfattivo, ma un linguaggio sensoriale che riscrive la grammatica della couture. A distanza di settantacinque anni dall’esordio di Le Dix, il primo profumo della maison, la nuova collezione introduce dieci fragranze che trascendono l’idea di moda stagionale per entrare nel territorio della permanenza.

Ciò che nasce da un flacone dimenticato, recuperato dopo quindici anni di ricerche d’archivio, diventa ora materia viva, scolpita come un tessuto invisibile. Non un’operazione nostalgica, bensì la costruzione di un ponte che reinventa il passato attraverso formule audaci, packaging deliberatamente invecchiato e un’estetica che parla il linguaggio del futuro.

Le Dix: il ritorno di un fantasma couture

Nel 1947, Cristóbal Balenciaga presentava Le Dix, un profumo poudré fondato su iris e violetta, con la stessa precisione architettonica che applicava alle silhouette. Quel flacone, con tappo globulare e nastro annodato a mano, è stato per decenni il cimelio perduto della maison. Il suo ritrovamento ha permesso non solo di recuperare una formula olfattiva, ma di riportare alla luce un simbolo della storia del lusso.

La scelta di ripartire da Le Dix non è un caso: rappresenta l’incrocio tra couture e profumeria, il momento in cui l’abito incontra l’aria che lo avvolge. Balenciaga lo ripropone oggi non come replica sterile, ma come capsula temporale rielaborata. Iris cipriato e violetta tornano in vita, potenziati da aldeidi cristalline che donano un respiro contemporaneo. È un profumo che incarna la couture olfattiva: non si limita a lasciare una scia, ma costruisce un volume invisibile, un’aura che veste chi lo indossa.

Dieci fragranze come un guardaroba olfattivo

La nuova collezione dei profumi di Balenciaga funziona come un armadio concettuale. Non semplici essenze, ma abiti invisibili da indossare a seconda dell’umore, della scena, del ritmo quotidiano. Ogni fragranza diventa un carattere, una firma, una narrazione.

No Comment è la dichiarazione di forza: un legno resinoso e ruvido, accarezzato dal cipresso spagnolo, che restituisce la spigolosità di un abito scultoreo. Getaria è un viaggio salmastro, con limone salato, pepe rosa e alghe, che riporta al mare dei Paesi Baschi, città natale di Cristóbal. Twenty Four Seven è pelle liquida, un bozzolo di vaniglia e legni caldi che avvolge come una seconda pelle. To Be Confirmed incarna il fiore-tulipano, cifra estetica della maison, traslata in un accordo trasparente di tè bianco Silver Needle e petali notturni.

 

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Muscara sorprende con la combinazione tra semi di ambretta fumosa e iris brillante, un’interpretazione quasi pittorica. 100% è rigore assoluto, una rosa bulgara ossidata che perde ogni romanticismo per diventare tagliente, unisex, radicale. Extra è un’esplosione carnale di zafferano, pepe rosa e sfumature liquorose. Cristóbal è oud non convenzionale, dove l’animalità del patchouli e del muschio di quercia sostituisce l’orientalismo classico. Incense Perfumum infine trasforma l’incenso in architettura spirituale: legno di cedro, labdano e tre tipi di resina si fondono in un calore solenne, quasi liturgico.

La bottiglia come scultura

Il design dei nuovi profumi di Balenciaga non si limita a contenere, ma racconta. La boccetta originale di Le Dix è stata scannerizzata e riprodotta con ossessione maniacale per il dettaglio: il tappo globulare in vetro, il fiocco legato a mano, il logotipo d’epoca. Ma la vera innovazione sta nella scatola, volutamente “invecchiata” con una tecnologia industriale che conferisce una patina del tempo artificiale. Non decadenza, ma carattere. È la materializzazione di un time lapse estetico, una prova che l’usura non consuma ma arricchisce.

Balenciaga dimostra che il packaging può essere couture: una tensione costante tra rigore e poesia, tra modernità industriale e delicatezza artigianale. Le linee geometriche, il grigio monocromatico e i caratteri sans serif parlano la lingua del presente, mentre il processo di patinatura richiama la memoria. Il flacone non è ornamento, ma parte integrante dell’esperienza.

Kering Beauté e la nuova strategia olfattiva

La rinascita dei profumi di Balenciaga non è solo un fatto creativo, ma una mossa industriale calcolata. Dopo la fine della licenza con Coty, Kering ha riportato la produzione in-house, affidandola alla divisione Kering Beauté. Raffaella Cornaggia, CEO della divisione, ha dichiarato che l’obiettivo è fondere artigianalità e innovazione, mantenendo fedeltà ai codici estetici della maison ma con un linguaggio capace di parlare a una nuova generazione.

Gianfranco Gianangeli, CEO di Balenciaga, ha definito la collezione “un nuovo capitolo olfattivo couture”, evidenziando il parallelismo con la moda: se l’abito è scultura tessile, il profumo diventa scultura invisibile. Questa operazione si inserisce in un contesto più ampio in cui i grandi gruppi del lusso reinternalizzano i propri progetti beauty, riaffermando il controllo creativo e strategico.

Prezzi, accessibilità ed esclusività

I profumi di Balenciaga non si collocano nell’iper-lusso inaccessibile, ma in un segmento che unisce esclusività e desiderabilità. Il flacone da 100 ml costa 260€, una cifra significativa ma competitiva rispetto ad altri marchi del lusso contemporaneo. Bottega Veneta, ad esempio, posiziona le proprie fragranze attorno ai 390€.

Accanto ai flaconi classici, la maison propone accessori che rafforzano il legame con la moda: la Discovery Box (320€), il travel spray case (130€) e il bag charm (395€) che trasforma il profumo in accessorio da indossare, in linea con la tendenza del wearable luxury. La distribuzione parte dalle boutique di Parigi, Milano, New York e Los Angeles, oltre che dal sito ufficiale, con espansione progressiva a livello globale.

 

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Una campagna che è manifesto

Per raccontare la nuova collezione, Balenciaga ha affidato la campagna all’artista britannica Katerina Jebb, nota per il suo uso della scansione ad alta risoluzione come linguaggio visivo. Le bottiglie appaiono come oggetti scansionati, immerse in un grigio industriale che richiama la poetica visiva della maison. L’immagine diventa documento e scultura digitale, rafforzando il concetto di couture tecnologica che definisce l’identità Balenciaga degli ultimi anni.

Balenciaga traduce il radicalismo delle sue silhouette nel linguaggio intangibile del profumo. Non più fragranze che decorano, ma architetture invisibili che avvolgono. Gli oli preziosi incontrano molecole sintetiche high-tech, gli ingredienti naturali dialogano con la scienza. La collezione diventa così una rappresentazione della dualità che abita la maison: passato e futuro, rigore e poesia, couture e tecnologia.

Il tempo non è solo archivio, ma ingrediente. Le Dix non è riproposto come reliquia, ma come matrice viva, germoglio di un linguaggio nuovo. Le fragranze si dispongono come una scala cromatica, dal giallo pallido di No Comment al nero profondo di Incense Perfumum. È un crescendo olfattivo che imita il passaggio della luce al buio, della leggerezza alla gravità.

Ecco il punto: Balenciaga non vende semplicemente profumi, ma couture in forma liquida. Non si tratta di lasciare una scia, ma di generare un volume che avvolge, che ti costruisce intorno, come un abito che non indossi ma che ti abita.

Daniele Conforti