Il ritorno delle zeppe: dalle passerelle alle tendenze moda SS24
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Il ritorno delle zeppe: dalle passerelle alle tendenze moda SS24

Lo scorso febbraio, un esercito di dive su zatteroni di legno – in ordine Liya Kebede, Sienna Miller, Georgia May Jagger, Jerry Hall, Pat Cleveland e sua figlia Anna – ha rischiato di offuscare il debutto di Chemena Kamali alla guida di Chloé. Le it girls, caricate di zeppe, sono diventate virali sul web insieme agli abiti svolazzanti in passerella, sancendo il ritorno di un accessorio antichissimo, da manuale di storia del costume, in auge fin dai tempi degli Egizi, Greci e Romani: le zeppe.

Questi traballanti piedistalli, che regalano superiorità in centimetri e sguardi, hanno radici profonde nel passato. Già nel Cinquecento, le cortigiane veneziane, non soddisfatte da busti d’acciaio, colletti montanti e verdugali, elevarono le zeppe a simbolo di eleganza estrema.

Le zeppe clunky viste da Chloé saranno i sandali più desiderati dalle fashioniste. Estreme nell’altezza ma sorprendentemente comode, sono la tendenza del 2024, incarnando il nuovo stile boho. Questo perché le zeppe rappresentano lo spirito spensierato e femminile, anticipando una collezione giocata su leggerezze ed elementi nostalgici. Una moda ispirata agli anni Settanta, ma reinterpretata in chiave contemporanea: volant asimmetrici, sfumature cipria abbinate alla pelle, e una vasta gamma di accessori, tra borse e calzature.

Come nascono le zeppe?

Le zeppe, note nel Cinquecento come chopines, pianelle o calcagnini, potevano raggiungere altezze di cinquanta o addirittura sessanta centimetri. Realizzate in sughero o legno, queste calzature, con il tallone scoperto, erano esibite dalle dame per slanciare la silhouette e mostrare la ricchezza di sete, broccati e ricami, grazie alla loro elevata posizione dal suolo.

All’alba della modernità, il simbolico legame tra altezza delle calzature e moralità era evidente: scarpe basse erano associate a dignitose aristocratiche, mentre quelle alte a donne di dubbia condotta. Questo rapporto spinse le autorità a regolamentare l’altezza delle zeppe, cercando di limitare la vanità delle donne affascinate da questa pericolosa moda, criticata anche per l’ingente quantità di pregiata stoffa necessaria per la loro confezione.

A causa di queste restrizioni, la tendenza delle chopines declinò alla fine del Seicento, segnando la fine di un’epoca per i zoccoleri veneziani, costretti a reinventarsi come ciabattini. Persino Lucrezia Borgia, famosa per la sua ossessione per le calzature e la sua collezione di oltre ottanta paia, dovette adattarsi al cambiamento.

Le zeppe di Salvatore Ferragamo

Per il secondo exploit delle zeppe, si dovette attendere l’intuizione di un calzolaio italiano, Salvatore Ferragamo, che all’inizio degli anni Venti aprì una bottega di calzature e riparazioni a Santa Barbara, conquistando le dive del tempo.

Come scrisse Natalia Aspesi, “fu Salvatore Ferragamo, con la sua suola ortopedica, a inventare la sola moda autentica di quegli anni, la sola novità non caduta, un simbolo dei tempi”. La zeppa, con la sua massa imponente che richiede un certo savoir-faire nella camminata, innalza la prospettiva garantendo un comodo appoggio. Ormai svincolata dalle leggi suntuarie che la accompagnarono alla genesi, divenne il capriccio di donne che ne elogiarono la comodità e lo slancio che conferisce alla figura.

Ferragamo inizialmente inserì una lamina d’acciaio nella zeppa, per poi passare al sughero sardo durante l’autarchia fascista, lavorando “finché l’intero spazio tra il calcagno e il tacco non fu riempito”, come scrisse lui stesso.

Visto il successo, Ferragamo iniziò a sperimentare nuove varianti, tra cui il modello Carmen del 1936, ricco di specchietti, in omaggio all’attrice e ballerina portoghese Carmen Miranda, e il mitologico Judy Garland del 1938, con tacco di sughero ricoperto in camoscio arcobaleno e tomaia in capretto dorato. Queste zeppe, vertiginose ma leggere, estrose ma comode, furono antesignane di tutte le alte bizzarrie che sarebbero arrivate di lì a poco, indossate indistintamente da rockstar, uomini e donne, con la passione per i lustrini.

Arrivano gli anni Settanta

Negli anni Settanta, le parole di un giovane londinese sberluccicante e truccato come una diva di Hollywood risuonavano potenti: “Eravamo finalmente liberi – o se preferite, eravamo in mezzo al mare senza nemmeno un remo – e ci siamo permessi di reinventare la cultura come ci piaceva: con grandi scarpe zeppate”. Quel giovane era David Bowie, massimo esponente della cultura glam, che giocò con la mascolinità su piattaforme trampolate. Insieme a Marc Bolan dei T-Rex e i Kiss, Bowie consacrò le zeppe come must di un’uniforme a metà tra Space Age e barocco, influenzando artisti come Elton John, Rod Stewart, Freddie Mercury e persino Mick Jagger.

Le maxi-suole erano ovunque: da Biba a Londra, da Fiorucci a Milano e dal People’s Place di Tommy Hilfiger vicino a New York. Sui palchi e per le strade, le zeppe adornavano i piedi di uomini e donne. Yves Saint Laurent e Lorenzo Castañer contribuirono a questa tendenza, consacrando le espadrillas catalane – comode, leggere, eleganti – come icone chic del dress code della decade. Lorenzo Castañer, produttore di scarpe catalano, esclamò: “Se Yves Saint Laurent vuole le espadrillas con la zeppa, le avrà!”. Il marchio Castañer, già noto al jet set per le sue espadrillas indossate da Salvador Dalì, Brigitte Bardot e Grace Kelly, salì alla ribalta grazie al couturier francese, che introdusse le espadrillas con zeppa.

La zeppa di Yves Saint Laurent e Castañer, preceduta in termini di popolarità solo dalla Rainbow maxi e multicolor di Ferragamo, divenne presto simbolo dell’armadio bohèmien degli anni Settanta. Le zeppe erano più popolari che mai, incarnando la libertà e l’innovazione di un’epoca di grande sperimentazione stilistica.

Dagli anni Novanta a oggi

Negli anni Novanta, le zeppe tornarono prepotentemente alla ribalta, incarnando il girl power con le Buffalo delle Spice Girls. È impossibile poi dimenticare Naomi Campbell cadere leggendariamente sulla passerella, grazie a Vivienne Westwood che creò trampoli in finta pelle di coccodrillo alti 30,5 centimetri, segnando un momento iconico nei défilé.

Nel 2011, Christian Louboutin celebrava le zeppe, che tornavano in auge sulle passerelle di Dolce & Gabbana, Marc Jacobs, Chanel e Kenzo.

La zeppa è una scarpa poco seriosa. Ha in sé uno humor giocoso. Permette di raggiungere una certa altezza, ma anche un certo equilibrio, per cui è facilmente portabile sia quando si cammina che quando si sta fermi in piedi.

Louboutin in un’intervista con la giornalista Jessica Michault.

Anche le calzature della ribelle Dame del Regno Unito, Vivienne Westwood, possedevano in realtà un tacco, ma il plateau mastodontico le rendeva simili alle zeppe brevettate successivamente da Alexander McQueen. Il rivoluzionario designer vestì Lady Gaga con le sue scenografiche Armadillo, mantenendo viva l’eredità delle zeppe tra le cinquecentesche chopines, i mega platform del glam rock e le eleganti corde bohémien di Saint Laurent.

Oggi, le zeppe continuano la loro lunga marcia, calzate dalle it girls di Chloé, Isabel Marant ed Ermanno Scervino, rappresentando le moderne gipsy queens metropolitane in négligé e super-platform. Anche Roberto Cavalli celebra questa calzatura, portando in passerella dee dal minidress lussureggiante ed espadrillas tanto chic quanto sexy. Le zeppe, dunque, rimangono un manifesto di stile e innovazione, adattandosi ai tempi ma conservando sempre la loro essenza distintiva.

SS24: le zeppe sono di tendenza (inaspettatamente)

Un nuovo esercito zavorrato si presenta sulla scena della Primavera Estate 2024. Prada, già anticipatrice della tendenza nell’Autunno/Inverno 2018, è nuovamente in prima linea. Tuttavia, il vero ritorno delle zeppe si concretizza nel 2024, con Chemena Kamali da Chloé, Sabato de Sarno da Gucci e Andreas Kronthaler da Vivienne Westwood che propongono modelli vertiginosi: mocassini, stivali e altro ancora. Anche Elie Saab abbraccia il trend con sandali alti abbinati ad abiti lunghi, leggeri e colorati, mentre Marc Jacobs, Moschino, Ermanno Scervino, Versace e Simone Rocha contribuiscono al Rinascimento delle zeppe.

Secondo la piattaforma Lyst, le ricerche relative alle zeppe sono aumentate del settantacinque per cento negli ultimi sei mesi, eleggendola scarpa di stagione.

 

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Le zeppe clunky, così chiamate per il rumore “sordo” che producono camminando, catturano l’attenzione durante il fashion show parigino di Chloè. Sienna Miller, simbolo del nuovo stile boho, ha indossato questi sandali con una gonna slip bordata di pizzo, un maxi bomber di pelle nera e la nuova borsa Chloé. Le zeppe di legno platform, per Chloé, non sono solo audaci sandali ma anche zoccoli con tomaia di cuoio. Thomasin McKenzie e Marisa Abela le abbinano con jeans palazzo o a zampa per interpretare la moda anni Settanta, mentre Meghann Fahy e Anne Watanabe le scelgono con una gonna o pantaloni fluidi e giacca di pelle.

Daniele Conforti