
Torna l’energia alla Milano Fashion Week 2025
Milano non ha deluso le aspettative. Tra cambi di direzione creativa, debutti attesi e ritorni di fiamma, la Milano Fashion Week 2025 ha riaffermato il proprio status di capitale della moda con un calendario ricco di eventi e colpi di scena. Dal centenario di Fendi alla rinnovata identità di Blumarine sotto la guida di David Koma, il panorama della moda milanese si è rivelato più eclettico e vibrante che mai. Maison storiche e nuovi talenti hanno condiviso lo stesso palcoscenico, dimostrando che il dialogo tra tradizione e innovazione non è mai stato così necessario.
La cool girl secondo Dolce&Gabbana
Dolce&Gabbana ha trasformato il concetto di cool girl in una celebrazione dell’esuberanza e della sensualità. Il little black dress, simbolo intramontabile della femminilità, è stato destrutturato e reinventato con micro-lunghezze, piume e applicazioni preziose. Il primo atto dello show è stato un inno alla mondanità sfrenata, mentre la seconda parte ha puntato su silhouette più morbide, texture stratificate e dettagli sartoriali. Il risultato? Un’evoluzione della femminilità che dialoga con la contemporaneità senza mai perdere il tocco distintivo del brand.
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Sunnei e il paradosso del consumo alla Milano Fashion Week
Sunnei ha fatto della sperimentazione il proprio marchio di fabbrica e la FW25 non ha fatto eccezione. Sulla passerella, modelli e modelle hanno attraversato la scena con shopping bag piene di capi Sunnei, come se fossero appena usciti da un negozio. Un gioco ironico e tagliente sulla logica del mercato della moda, dove il concetto di desiderabilità si fonde con quello di immediatezza. Le forme si sono fatte più fluide, la palette colori ha virato verso nuance accese come il giallo lime e il vinaccia, mentre il lavoro sulla maglieria ha ribadito la capacità del brand di reinventare il quotidiano con un tocco di avanguardia.
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DSQUARED2: 30 anni di irriverenza
Se la Milano Fashion Week 2025 avesse un premio per lo show più scandaloso, eccessivo e sopra le righe, DSQUARED2 lo vincerebbe a mani basse. Il brand dei gemelli Dean e Dan Caten ha celebrato il suo 30° anniversario con una sfilata che è stata molto più di una semplice passerella: una dichiarazione di libertà, un inno all’eccesso e un gigantesco party nostalgico per tutti gli amanti della moda ribelle.
Ad aprire lo show, in un’atmosfera carica di adrenalina, è stata Doechii, rapper e performer che incarna perfettamente lo spirito provocatorio del brand. La location – un club sotterraneo trasformato in una fusione tra rave anni ‘90 e ballroom scene newyorkese – ha fatto da cornice a una collezione che ha ripercorso tre decenni di eccessi fashion. Denim strappato, micro-top in rete, stivali da cowboy, pellicce colorate e logomania sfacciata hanno sfilato uno dopo l’altro, in un crescendo di energia.
Ma il vero colpo di scena è arrivato con le collaborazioni. DSQUARED2 ha chiamato a raccolta alcuni dei brand più sovversivi del momento: Magliano, Vaquera e Bettter, ciascuno dei quali ha reinterpretato alcuni pezzi d’archivio DSQ. La partnership con Vaquera ha dato vita a un look che sembrava uscito da un film di John Waters: una felpa cropped con la scritta “I ❤️ DSQUARED2” abbinata a una gonna di tulle da ballerina.
Il menswear, da sempre punto di forza del brand, ha osato ancora di più. Bomber oversize, pantaloni cargo dalla vestibilità perfetta, camicie sartoriali abbinate a kilt scozzesi e giacche in pelle borchiata. A chiudere lo show, un biker in motocicletta è sfrecciato sulla passerella, facendo esplodere il pubblico in un’ovazione.
Se il trend del quiet luxury ha dominato le ultime stagioni, DSQUARED2 ha risposto con un sonoro “no, grazie”. La moda per loro non è mai stata silenziosa, e a 30 anni dalla loro nascita, i gemelli Caten hanno dimostrato di non essere intenzionati a cambiare rotta.
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Fendi e il peso della storia alla Milano Fashion Week 2025
Pochi brand possono vantare un secolo di attività ininterrotta, ma pochissimi riescono a farlo con una tale eleganza e coerenza come Fendi. Il marchio romano, nel pieno delle celebrazioni per il suo centenario, ha presentato a Milano una collezione che più che un semplice omaggio alla propria eredità, è stata una dichiarazione d’intenti per il futuro. Silvia Venturini Fendi, riprendendo le redini della linea femminile dopo l’uscita di scena di Kim Jones, ha costruito un racconto visivo che intreccia passato, presente e avanguardia.
La location, un allestimento teatrale ispirato ai laboratori d’archivio della maison, ha accolto una collezione che ha saputo celebrare le radici artigianali del brand con una prospettiva completamente moderna. Il tailoring, elemento chiave del DNA Fendi, è stato destrutturato per assumere nuove forme, mentre il logo della doppia F, anziché essere ostentato, si è fatto quasi invisibile, trasformandosi in texture e pattern.
Grande protagonista è stata la pelletteria, che per Fendi non è un semplice accessorio, ma un vero e proprio codice estetico. La Baguette, reinventata in una miriade di varianti, ha confermato ancora una volta il suo status di icona. Accanto a lei, la Peekaboo, in pellami innovativi, e nuove silhouette che sembrano pronte a diventare i prossimi oggetti del desiderio. I capispalla, spesso oversize e dalle linee scultoree, hanno evidenziato un’attenzione quasi architettonica alla costruzione del capo, mentre la palette colori ha virato su toni neutri e caldi, con accenti di blu e verde bosco.
La chiusura della sfilata è stata un momento di pura commozione, con un omaggio alle donne della famiglia Fendi che hanno reso il brand ciò che è oggi. Due bambini gemelli, vestiti con micro-tailleur perfettamente tagliati, hanno attraversato la passerella mano nella mano, simbolo di continuità tra generazioni. Fendi non sta solo celebrando la sua storia, la sta scrivendo di nuovo.
La sostenibilità come status symbol secondo Prada
Prada ha ribadito la propria visione di lusso consapevole, dimostrando che la sostenibilità non è più un optional ma un imperativo. La FW25 ha messo al centro tessuti rigenerati e tinture naturali, con una palette neutra interrotta da lampi di colore acceso. Il tailoring, impeccabile come sempre, ha trovato nuova vita in volumi meno rigidi e in dettagli tecnici che strizzano l’occhio all’activewear. L’influenza dello sportswear si è fatta sentire anche negli accessori, con stivali da trekking rielaborati e borse minimaliste dalle forme geometriche. Un equilibrio perfetto tra passato e futuro.
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Daniele Conforti