Thom Browne e la Ludicità Sartoriale Fall 2022
Un limbo fra freakshow e New York stereotipica, in cui l’ilarità infantile si mischia all’autentica eleganza ottimistica e individuale. Con il suo show co-ed Autunno/Inverno 2022, organizzato appositamente in concomitanza alla mostra In America: An Anthology of Fashion al MET curata dal partner Andrew Bolton, Thom Browne descrive New York come un’isola di giocattoli disadattati. Ad assistere, oltre alla platea in presenza, 500 orsacchiotti che indossano le uniformi formali Thom Browne al secondo piano del Javits Center. Un messaggio positivo, che innesti un sorriso e che al contempo racconti come trovare se stessi, per potercisi divertire.
Penso che New York sia la città dove tutti vengono per trovare o creare se stessi. Quasi come i vecchi cartoni di Natale. È un posto dove puoi essere te stesso e a tuo agio. È questo ciò che volevo celebrare in questa collezione. Stiamo vivendo in un mondo dove le persone sono più accoglienti e un tempo di grande ispirazione.
Thom Browne
Il concept della sfilata la seziona in due atti: i primi 24 look presentano una versione realista del savoir-faire sartoriale del designer, i restanti 24 rappresentano i relativi partner concettuali, nella totale comprensione di individualità e autodeterminazione espressiva. I dettagli sono estrapolati dai ricordi d’infanzia, come nel caso dei tacchi scultorei, delle borse ispirate ai cubetti di legno e della passione per gli animali. Mega bows, frange a fisarmonica, protuberanze e stratificazioni. Perfino il knitwear viene presentato in una versione sperimentale e extra large sia in termini di silhouette che di lavorazione sfruttando filati chunky.
Il messaggio è chiaro: siamo tutti freak celati da sprazzi di normalità. L’invito, invece, è quello di non lasciar marcire la nostra creatività repressa. Uno show determinante per la carriera ventennale del designer: Thom Browne si è ritrovato a doversi giustificare in diverse situazioni, ma oggi l’applauso comune nei confronti di una visione tanto succinta ed estrema della realtà è sintomo di una risentita necessità di cambiamento.
Daniele Conforti