Il futuro raccontato dalla sfilata di Prada SS25 alla MFW
La sfilata di Prada Primavera/Estate 2025, andata in scena alla Milano Fashion Week, ha sancito ancora una volta l’eternità di un marchio che non si limita a interpretare il presente, ma osa anticipare il futuro. Miuccia Prada e Raf Simons, le menti creative che governano questa sinfonia, hanno orchestrato uno spettacolo che va oltre la semplice espressione sartoriale, diventando una riflessione audace e sofisticata sul concetto stesso di moda. La passerella si è trasformata in un palcoscenico intergalattico, dove visioni spaziali e riferimenti culturali si sono fusi in un’estetica futuristica che reinterpreta il lusso contemporaneo, sancendo Prada come pilastro irremovibile della moda concettuale globale.
Se c’è un elemento costante nella narrazione di questa collezione, è il viaggio. Non solo un viaggio fisico, come quello spaziale, ma anche un viaggio interiore, una riflessione su chi siamo e dove stiamo andando. Miuccia Prada e Raf Simons ci spingono a riflettere su un mondo in cui il concetto di casa e di appartenenza si ridefinisce continuamente. Gli abiti diventano quindi metafore di questo percorso, un’armatura per affrontare l’ignoto, ma anche uno specchio delle nostre aspirazioni e paure.
L’eternità di un istante alla sfilata di Prada SS25
Quando si parla di Prada, non si può evitare di menzionare la sua capacità unica di muoversi tra passato e futuro. Ogni collezione del brand non è solo un’espressione del contemporaneo, ma un manifesto di innovazione che trascende le mode del momento per diventare parte della storia culturale della moda. La SS25 ha confermato questo approccio, esplorando un’estetica che guarda all’era spaziale senza mai dimenticare l’eredità sartoriale che caratterizza il marchio.
L’attenzione ai dettagli, la precisione nei tagli e l’uso innovativo dei materiali, che vanno dalla pelle pregiata ai tessuti tecnici futuristici, rivelano la maestria con cui Prada continua a reinventarsi. Ma cosa rende davvero unica la SS25 rispetto alle precedenti collezioni? È la capacità di fondere elementi apparentemente antitetici: il minimalismo classico con l’eccentricità futuristica, l’artigianato tradizionale con la tecnologia all’avanguardia.
Lo spazio è la meta stilistica di Prada
Il tema dominante di questa sfilata di Prada è quello delle “vacanze spaziali”, una prospettiva futuristica che ha guidato le scelte stilistiche della collezione. Prada ha trasformato la passerella in una piattaforma di lancio verso un futuro iper-tecnologico, con abiti ispirati a tute spaziali rivisitati in chiave couture. Gli outfit, caratterizzati da linee essenziali e geometrie decise, hanno evocato un immaginario che ricorda i viaggi interplanetari, ma senza mai cadere nell’ovvio.
Già con le prime uscite si è percepito l’intento dei designer di portare lo spettatore in una dimensione altra, quasi utopica, dove il lusso si fa strumento per esplorare nuovi mondi. Tuttavia, questa esplorazione del futuro non è stata priva di riferimenti nostalgici: accanto agli abiti spaziali, abbiamo visto silhouette che richiamano gli anni Sessanta, con un forte richiamo all’era della Space Age, epoca in cui il sogno dell’esplorazione spaziale era al culmine.
Oggi viviamo sommersi dalle informazioni, guidati da algoritmi che propongono a ognuno la propria versione del presente, una realtà selezionata. Siamo partiti non da una critica, ma dalla volontà di confrontarci con quest’idea, di aprire un dialogo sul nostro contesto culturale. Ne abbiamo esaminato il senso profondo e abbiamo espresso le nostre reazioni: l’idea della scelta, dell’imprevedibilità come misura della creatività umana, di Prada per ogni individuo.
Miuccia Prada
L’estetica della decostruzione e del rebuilding
Uno dei temi portanti della sfilata di Prada SS25 è stata la decostruzione. Prada ha esplorato il concetto di abbigliamento come strato, presentando abiti che sembravano smontabili e ricomponibili. Gli outfit hanno sfidato la percezione tradizionale dell’abbigliamento, introducendo un nuovo modo di pensare la vestibilità e la funzionalità. Questo rebuilding non è stato solo estetico, ma anche simbolico: ha rappresentato la capacità del marchio di rinnovarsi, di reinventare se stesso rimanendo fedele alla sua essenza.
Le giacche erano dotate di zip e tasche multiple, suggerendo una funzionalità tipica delle missioni spaziali, mentre i pantaloni presentavano tagli asimmetrici e silhouette oversize che ricordano l’equipaggiamento tecnico. Le sovrapposizioni di tessuti traslucidi e opachi hanno creato un gioco di volumi e texture che riflettono la complessità e la stratificazione del mondo contemporaneo. Ogni look sembrava una riflessione sul concetto di trasformazione, in un mondo in cui l’evoluzione tecnologica richiede flessibilità e adattamento costante.
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Dettagli che parlano di futuro alla sfilata di Prada
Le scelte cromatiche della collezione hanno contribuito a creare un’atmosfera futuristica: tonalità fredde come il blu cobalto e il grigio argento si sono alternati a colori più caldi come il rosso scarlatto e l’arancione, richiamando le immagini dei tramonti alieni su pianeti sconosciuti. I materiali utilizzati, dalla pelle sintetica ai tessuti hi-tech, hanno rafforzato la narrazione di un futuro in cui il design è al servizio dell’esplorazione spaziale e della conquista di nuovi orizzonti.
Non sono mancati gli accessori iconici: gli occhiali da sole specchiati, le borse futuristiche e le scarpe con suole di gomma oversize, elementi che, se da una parte evocano un immaginario da space traveler, dall’altra mantengono quella classicità raffinata che contraddistingue da sempre Prada. In particolare, le borse si sono distinte per l’uso di materiali innovativi, come il nylon riciclato, a testimonianza dell’impegno del marchio verso una moda sostenibile, anche quando si parla di un’estetica futuristica.
Prada non si limita a creare abiti: crea mondi, spazi concettuali in cui il confine tra moda e arte si dissolve, invitando lo spettatore a interrogarsi sul futuro. Questo approccio non solo mantiene il brand rilevante nel contesto attuale, ma lo proietta direttamente verso un futuro in cui la moda non è più solo una questione di stile, ma una piattaforma di riflessione culturale e sociale.
Daniele Conforti