Paco Rabanne cambia nome e si apre al mondo Beauty
Paco Rabanne diventa, semplicemente, Rabanne. Un’ellissi significativa, che accompagna la nuova identità visiva del brand, proprio alla vigilia del suo sessantesimo anniversario. Una semplificazione dal respiro internazionale e dall’impronta avanguardistica, con rinnovata tipografia, audace ma tratta dagli archivi della maison.
Il nuovo logo Rabanne incarna così la commistione fra la visione futuristica del fondatore, scomparso lo scorso 8 febbraio, e i grandi classici che codificano la storia del brand. Come, ad esempio, la prima fragranza, Calandre, lanciata nel 1969, e la celebre borsa metallica, oggetto del desiderio indossato, fra le tante, da Françoise Hardy e Brigitte Bardot.
Con questa nuova identità visiva il brand abbraccia un segno distintivo più raffinato, con la silhouette liscia del monogramma ‘R’ che segnala un minimalismo moderno e sicuro mentre il brand entra in un nuovo capitolo. Allo stesso modo, il logo è scritto in lettere minuscole per un approccio dirompente e trasgressivo.
Cambia tutto ma lui no: Julien Dossena continua il suo percorso come direttore creativo della Maison, che festeggia i dieci anni come direttore creativo.
Il nuovo approccio stilistico di Rabanne mira a concentrare sotto un’unica linea direttiva moda, abbigliamento, beauty e fragranze. È in occasione del nuovo logo che il brand entra in un nuovo territorio: quello del make-up. Coniugando fashion e beauty, la nuova collezione verrà lanciata durante la sfilata SS24 alla Paris Fashion Week, il prossimo settembre.
Per il lancio, Diane Kendal, ora direttrice di Zara Beauty, è già stata nominata Global Beauty Creative Director per Rabanne Beauty. Sotto la sua visione, il brand ha messo a punto formule uniche con finiture metalliche, ispirate proprio ai tessuti moda – Paco Rabanne fu definito da Coco Chanel come “metallurgico della moda”.
La collezione, nata a Parigi, arriva sul mercato con quattro diverse referenze, tutte dalle formule vegane e con ingredienti fino al 98% di origine naturale: le palette occhi Eyephoria per uno sguardo infinitamente espressivo, il rossetto Rouge Rabanne per labbra parigine, il fluido Nudes per un incarnato fresco e luminoso e Arts Factory, una gamma di prodotti mai visti prima, ispirati alla sfera artistica.
Per l’occasione, nasce anche il nuovo slogan Born in Paris, made to forge a new future – nato a Parigi, fatto per forgiare un nuovo futuro. Un indicatore di intenti precisi: far rivivere nel rinnovato marchio l’animo innovatore, dirompente di Paco Rabanne, capace di riscrivere le regole giocando con impensabili, pressoché inverosimili, concetti di moda. Dopotutto, proprio lui voleva una maison che rappresentasse il futuro, che non si fermasse mia, hub creativo di sogni, abiti, moda e fragranze.
Moda e rebranding: una storia senza fine
(Paco) Rabanne è dopotutto uno dei tanti brand che, negli ultimi anni, ha scelto di liberarsi di parte del proprio nome, optando per un font più leggero e minimale, scegliendo un’identità più universalmente digeribile.
Se Burberry, ad esempio, riprende lo stile Prorsum in un’estetica tutta britannica, brand come Ferragamo e Trussardi si liberano dai tradizionali vezzi aggraziati per assumere uno stile più minimalista e lineare, liberandosi, come nel caso di Paco Rabanne, della prima parte del nome.
Un po’ come accadde per Saint Laurent, che, nel 2012, in occasione dell’ingresso di Hedi Slimane come creative director, abbandonò l’Yves, puntando su un’estetica più netta, pulita e geometricamente rigida. Poi, sei anni dopo, quando il designer entrò in casa Celine, decise di omettere l’accento sulla prima e: anche in questo caso, uno statement tanto semplice quanto impattante per l’estetica – e la facilità di scrittura – del brand.
E poi, ancora, Balenciaga, Balmain, persino Zara: sembra che tutti i brand si stiano lentamente conformando a un unico stile, probabilmente dettato dalle necessità minimaliste che governano il fashion system.
Daniele Conforti