A novembre 2023, le autorità federali hanno sgominato a New York il più grande traffico di beni di lusso e moda contraffatta mai registrato negli Stati Uniti, un colpo da oltre un miliardo di dollari. Dietro questo smascheramento, Adama Sow e Abdulai Jallow, residenti rispettivamente a Queens e Manhattan, nascondevano veri e propri tesori fasulli nei loro locali: 83.000 e 50.000 articoli contraffatti, dall’iconica borsa Louis Vuitton agli irresistibili occhiali da sole Chanel. Questo non è solo un episodio isolato ma la punta di un iceberg in cui la moda contraffatta, una volta vista con disprezzo, oggi si insinua con accezioni non del tutto negative nella società attraverso una serie di motivazioni e approcci inaspettati.

La contraffazione, che un tempo si manifestava in borse logate vendute sulla spiaggia, ha subito un’elevazione notevole: non si tratta più di copie grossolane, bensì di falsi d’autore che replicano non solo il prodotto ma l’intera esperienza di possederlo. Tanner Leatherstein, noto specialista della pelle, ha raccontato di un viaggio in Cina dove ha incontrato venditori che, al di là delle repliche scadenti, gli hanno mostrato “falsi di qualità” impressionanti a soli $250. Questo fenomeno non solo sta attirando l’attenzione di chi cerca affari, ma anche di coloro che, già possessori dell’originale, optano per il “doppio” perfetto per proteggere il proprio investimento.

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Il ruolo dei social media

Intrigante è il ruolo dei social media, veri propulsori dell’iper-consumismo, che ospitano content creator e influencer pronti a sfoggiare i loro super fake senza esitazione. L’hashtag #DHgate, un e-commerce cinese per repliche di lusso, è diventato virale su TikTok con oltre 4 miliardi di visualizzazioni. La moda contraffatta è stata assimilata nella cultura pop, alimentando un approccio più liberale, dove l’autenticità è messa in discussione, e l’acquisto di repliche è visto con occhi meno critici.

Il fenomeno dei dupes o reps è esploso, con utenti su TikTok, Instagram e YouTube che condividono recensioni e confronti tra i falsi e gli originali. Mentre il termine dupe era inizialmente associato a imitazioni di fascia media, oggi si estende anche ai prodotti di lusso, sfidando le convenzioni degli appassionati di moda di un decennio fa.

Giovani e moda contraffatta

Un cambiamento culturale è evidente, accelerato dall’inflazione che ha colpito i giovani, spingendoli a cercare l’apparenza a un costo inferiore. L’Ufficio per la Proprietà Intellettuale dell’Unione europea (EUIPO) riferisce che il 37% dei giovani tra i 15 e i 24 anni ha acquistato almeno un articolo contraffatto nell’ultimo anno, un aumento significativo dal 23% pre-pandemia. Questa tendenza non colpisce solo l’Italia ma investe l’intera UE, dove la moda contraffatta causa danni stimati a circa 28,5 miliardi di euro all’anno, colpendo il 9,7% della merce venduta.

Anche la moda vintage, un mercato apparentemente immune, è travolta dalla contraffazione, specialmente su piattaforme come Vinted. La perdita di vendite per la moda italiana a causa della contraffazione è stimata intorno a 6,4 miliardi di euro all’anno, dimostrando quanto il settore sia vulnerabile a questo fenomeno.

Acquistare prodotti contraffatti è un gesto eticamente sbagliato per diverse ragioni. Il prezzo di un autentico articolo di lusso riflette la qualità delle materie prime, il rispetto per le condizioni di lavoro e la creatività sottostante. I super fake minacciano di snaturare il valore emozionale e umano attribuito alla moda, svilendo il settore che dovrebbe essere immune dalla banalizzazione.

La risposta delle maison e l’Intelligenza Artificiale

Le case di moda stanno reagendo con soluzioni innovative per contrastare la contraffazione. L’impiego della blockchain, come nel caso di Aura Blockchain Consortium, è una strategia per garantire la trasparenza nella catena di fornitura. Chanel, ad esempio, sta collaborando attivamente con le autorità e ha dichiarato di aver sequestrato 5 miliardi di prodotti contraffatti solo lo scorso anno.

Il settore del vintage online, rappresentato da piattaforme come The RealReal e Vestiaire Collective, si trova di fronte a sfide uniche. La possibilità di incappare in un falso mette a rischio la reputazione di queste grandi aziende, che si affidano sempre più a tecnologie anti-contraffazione, comprese soluzioni basate sull’intelligenza artificiale, per ridurre il rischio.

La conversazione sull’intelligenza artificiale ha già fatto il suo ingresso nel mondo della moda. Strumenti come Entrupy, che si basano sull’IA, avvertono acquirenti e rivenditori della sospettosità di un articolo attraverso foto analizzate. Programmi come Authentique, con la sua “impronta digitale” di un articolo, offrono una sicurezza ulteriore. Tuttavia, nonostante l’avanzamento della tecnologia, il cambiamento sociale rimane la chiave per affrontare il problema alla radice. Come sostiene Sarah Davis di Fashionphile, l‘opinione pubblica deve evolversi, affinché la moda contraffatta non sia più considerata una scelta accettabile.

L’intelligenza artificiale può svolgere un ruolo importante nella prevenzione dell’acquisto di falsi, ma la riflessione profonda sulla motivazione dietro l’acquisto di prodotti contraffatti è essenziale per affrontare il cuore del problema. La moda contraffatta può essere debellata solo attraverso una combinazione di tecnologia avanzata e una società consapevole delle sue scelte.

Daniele Conforti