La Spy Bag di Fendi compie vent’anni
Mentre ci prepariamo alla Fashion Week Primavera/Estate 2025, è il momento ideale per fare un tuffo nel passato, esaminando la collezione Primavera/Estate 2005 di Fendi, che ha segnato l’ingresso di una delle prime vere It-bag nel mondo della moda: la Fendi Spy Bag.
Nel 2005, l’estetica Y2K dominava la scena, caratterizzata da abiti audaci, colorati e ricchi di dettagli appariscenti. In quell’epoca, il prêt-à-porter della maison Fendi includeva frange, cinture larghe e una varietà cromatica esplosiva. La casa, sotto la guida creativa del compianto Karl Lagerfeld, presentava una collezione che incarnava alla perfezione lo spirito di quegli anni, suscitando nostalgici brividi in chi ne ricorda i tratti distintivi.
La Fendi Spy Bag emerse come simbolo della rinascita delle borse vistose ma prive di logo eccessivo, un’alternativa raffinata alle più iconiche e riconoscibili creazioni di altri brand, come i pezzi di Murakami per Louis Vuitton. Accanto alla Spy Bag, si ricordano altre celebri borse degli anni Duemila, tra cui la Paddington di Chloé, la Stam di Marc Jacobs, la PS1 di Proenza Schouler e la Mombasa di Saint Laurent, con la City di Balenciaga che ha forse vissuto il ritorno più clamoroso.
Creata nel 2005 da Silvia Fendi, la Spy Bag conquistò rapidamente il cuore degli appassionati di moda. Celebrità come Gwen Stefani, Nicky Hilton, Heidi Montag e Sarah Jessica Parker contribuirono alla sua fama, sfoggiando versioni in vari materiali e colori, dal pitone al coccodrillo, dal bianco candido al metallizzato. All’epoca, il prezzo della Spy Bag poteva raggiungere cifre astronomiche, come il modello in coccodrillo color pervinca da 33.000 dollari, mentre oggi, grazie ai siti di rivendita, è possibile trovarla a prezzi molto più accessibili, tra i 300 e i 700 euro.
La Spy Bag dalla passerella a oggi
Quando la Spy Bag debuttò in passerella, pochi avrebbero potuto immaginare l’enorme successo che avrebbe riscosso. Il suo design, caratterizzato da manici intrecciati e una chiusura arrotondata a patta, nascondeva tasche segrete pensate per custodire rossetti, cellulari Motorola Razr e contanti, rendendola non solo un oggetto di lusso, ma anche funzionale. La borsa venne realizzata in molteplici versioni, da quelle in pelle morbida marrone a quelle in materiali esotici, incarnando perfettamente l’essenza delle It-bag degli anni Duemila.
La collezione Fendi del 2005 non si limitava alla Spy Bag classica: in passerella sfilavano anche clutch decorate con perline, frange e la celebre stampa Zucca metallizzata. Oggi, queste borse rappresentano un’icona della moda Y2K, simbolo di un’epoca di eccessi e glamour.
Dopo vent’anni, la Spy Bag è tornata in auge, testimoniando la ciclicità della moda. Celebrità come Rihanna, Bella Hadid e Tommy Dorfman hanno contribuito alla sua rinascita, sfoggiando versioni rare e personalizzate della borsa. Da Rihanna con la versione Squirrel in velluto e paillettes, a Bella Hadid con la sua interpretazione boho in pelle arancione, fino alla versione Nantucket di Tommy Dorfman, ogni interpretazione della Spy Bag evoca l’eleganza e l’audacia degli anni Duemila, adattata però ai tempi moderni.
La Fendi Spy Bag, quindi, non è solo un pezzo di storia della moda, ma un simbolo della capacità di adattamento e reinvenzione del lusso nel corso degli anni.
Daniele Conforti