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La Milano Fashion Week riparte con Gucci, Dolce & Gabbana, Fendi e Prada

Si apre il 2023 e, subito, siamo catapultati nella prima fashion week dedicata all’uomo che ha come centro nevralgico la nostra Milano. Le circostanze potrebbero essere migliori, ma questo primo appuntamento Fall/Winter 2023 ci offre un’occasione di escapismo. Un ritorno all’essenziale, in piena linea col sentimento di attenzione agli sprechi che contraddistingue il nostro presente.

Gucci torna con l’uomo alla Milano Fashion Week

Esplode la tensione che precedeva il primo show di Gucci senza la direzione creativa di Alessandro Michele. Tira un’aria di solennità, dove si sussurra per paura di disturbare il silenzio. Perché, se il CEO della maison toscana rimarrà Marco Bizzarri – rompendo la tradizione che vede designer e CEO arrivare e andarsene in contemporanea (vedi Tom Ford e Domenico De Sole, Frida Giannini e Patrizio di Marco) – rimane sconosciuta l’identità del nuovo creative director.

L’improvvisazione è un atto di collaborazione. Parlavano così le note dello show, scatenando allusioni a possibili collaborazioni di Gucci con designer esterni. Ma la sinergia è quella tra creativi e artigiani multisfaccettati che abitano la House of Gucci.

A contraddistinguere il ritorno della sfilata dedicata esclusivamente all’uomo, abbandonando il co-ed introdotto da Alessandro Michele, è una collisione di ere e periodi che hanno caratterizzato nel tempo la maison. In un’arena che circonda la jam session live dei Ceramic Dog, gruppo blues che mescola cenni di rock, jazz e punk, troviamo la sensualità di Tom Ford, il gioco di accessori di Frida Giannini e le lezioni di fluidità impartite da Michele, ora rese bidimensionali.

La prima parte dello show è segnata dal pantalone super largo; Il look di apertura – t-shirt bianca, grandi pantaloni marroni, stivaletti lucidi – ha segnalato l’intento di tornare alla semplicità. La ciabatta Princetown con tacco foderata in finta pelliccia, oggetto che ha reso mainstream il nome di Michele, e la Jackie con fibbia disegnata da Tom Ford aprono la collezione a uno stile più indie sleaze, un tentativo di svolta per la storia del meswear di Gucci senza dubbio di tendenza.

Qui l’improvvisazione di creativi e artigiani della maison ha lasciato trasparire sì la volontà di rivolgersi a un pubblico nuovo, ma anche l’ispirazione a brand come Celine o Y/Project. È certamente un blando esercizio sul prodotto, ma nel purificare quel che fu, funge da anello con quel che potrebbe essere.

Anche Dolce & Gabbana sceglie l’essenzialità

Il ritorno all’essenza contraddistingue anche la visione di Dolce & Gabbana. La presenza degli stilisti alla Milano Fashion Week è total black. Una visione in bianco e nero con scala di grigi. Immediate le citazioni agli anni Novanta, con crop-top e trasparenze che rivedono la tradizionale sensualità del marchio. Che adotta l’essenzialità riducendo alcune uscite a cappotti e mantelle portati soltanto con l’intimo.

La Fashion Week trendy di Dsquared2

A 20 anni dalla loro prima sfilata donna nel 2003, Dean e Dan Caten sintetizzano la nuova collezione di Dsquared2 in due parole: teenage madness. Sulla passerella c’è l’atleta, l’emo, il goth, la femme, il geek: archetipi che vengono destrutturati e ricomposti con un linguaggio contemporaneo. All’insegna di libertà di espressione, ironia, coraggio, apertura mentale. Senza pregiudizi.

Il denim, elaborato e trapuntato con proporzioni a contrasto, si appoggia a desert boot e biker. I pantaloni sono doppi, i capispalla stravaganti. L’edonismo preppy si mescola a stilemi cowboy.

L’aviatore anni ’30 di Emporio Armani

Emporio Armani omaggia la figura dell’aviatore. Non opulento, ma severo, sofisticato. A quello degli anni Trenta, alla precisione avventurosa del suo vestire, agli scintillii metallici degli aerei e dell’architettura degli hangar.

I classici di re Giorgio, come il principe di Galles o il pied-de-poule, sono abbinati a capi avvolgenti, d’impronta sportiva, in materiali soffici e di grande impatto. Silhouette ariose e movimentate spaziano dal greige a toni del caramello e del cuoio, per poi accendersi con lampi di colore, dal geranio al viola, fino ad esaurirsi nel nero.

La Fashion Week notturna di Fendi

Il Fall/Winter 2023 di Silvia Venturini Fendi è un night club popolato di look ricercati e cozy. In cui la notte mescola le sue note tenebrose con il sound custom-made di Giorgio Moroder, premio Oscar per Flashdance e padre della disco music.

Grandi coperte svelano strati di artigianato e lampi di pelle nuda. Riferimenti al guardaroba femminile, asimmetrie ed elementi sartoriali celebrano i tratti distintivi dei materiali Fendi: cashmere double face reversibile, pellami lavorati e sete jacquard sono illuminati da sfumature disco di argento, indaco e viola.

La mia prima discoteca è stata il Jackie ‘O a Roma (locale amato da star come Paul e Talita Getty e dalla café society capitolina, ndr). Avevo 15 anni e ricordo ancora che avevo pantaloni da tuxedo a vita altissima e un top rosso di paillettes. Ricordo ancora che quando vivevo a New York, per i nostri trunk show da Bergdorf Goodman andavo con il cambio per lavorare già vestita per lo Studio 54 o il Roxy. E la sera andavo direttamente a ballare andando diretta al department store la mattina seguente…

Silvia Venturini Fendi

Tra le borse spicca la Peekaboo, che celebra i suoi 15 anni, e la nuovissima Fendi Shadow, caratterizzata dalla maxi F. La palette sobria si alterna tra sfumature di grigio tortora, avena, terra d’ombra, moka, malva, lavanda, blu scuro e nero.

Il tailoring utilitario di Prada

Miuccia Prada e Raf Simons mandano in passerella una collezione in cui l’abito maschile torna protagonista. Il tailoring è essenziale, architettonico.

Questa collezione è la nostra reazione a un momento storico complicato. Abbiamo lavorato con onestà alla creazione di abiti utili per le persone, che rappresentino la nostra idea della realtà odierna. Vogliamo creare una moda con un significato e un senso. Questo è il valore della moda oggi.

Miuccia Prada

È così che il cuscino-invito che ha preceduto la sfilata diventa bomber oversize. I vestiti tubolari sembrano tubini scamosciati, da indossare sui pantaloni, per allungare e fluidificare la silhouette.

La prima di De Vincenzo per Etro alla Fashion Week

La nuova casa di Marco De Vincenzo è Etro. Per la sua prima volta al menswear della maison, il direttore creativo si affida alla fabbrica Orobia, che tappezza di abiti appesi e rotoli di stoffa. Un riferimento materico che ritroviamo nei bluson, realizzati in tessuti per la tappezzeria, lunghe tuniche e tute che ricordano le tende, camice che sembrano tovaglie.

In alcuni look ho ingigantito un tessuto Gobelin per la linea home. Anche il paisley è pixelate e trasformato in onde che citano l’arte cinetica, una delle mie manie.

Marco De Vincenzo

Un’intimità casalinga che gioca fra motivi e texture, in cui il tartan è protagonista. L’idea di fondere il pubblico e il privato, il familiare e il sociale prosegue negli accessori: zoccoli Aladino in feltro con suole spesse, sneaker-zoccolo borchiate, shopper in velluto jacquard e ceste oversize cagliate al laser adatte all’uso quotidiano o all’arredo della casa.

Daniele Conforti