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La Leggerezza dell’Uomo alla Fashion Week Milanese

66 appuntamenti, 35 gradi, 21 grammi di tessuto. La Milano Fashion Week Man’s Collection fa da coda, dal 17 al 21 giugno, al tour de force tutto italiano iniziato dalla Design Week, sempre nella capitale lombarda, e spostatosi al Pitti. Se per gli addetti ai lavori arrivare a fine giornata può risultare pesante, la settimana della moda maschile italiana si svolge all’insegna della leggerezza. Un concetto che si traduce in modelli decostruiti dalle linee morbide e dalle forme rilassate. «Prendete la vita con leggerezza. Che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore» insegna Calvino. L’eleganza è quindi disinvolta, non approssimativa, tantomeno inaccurata. Ne è esempio eccellente la collezione Primavera/Estate 2023 di Brunello Cucinelli, per cui l’abito è protagonista indiscusso, inteso come capo trasversale e universale per eccellenza. Da formale per l’ufficio, con tanto di camicia e cravatta, a casual e serale.

Persino il Re più raffinato della scena italiana, Giorgio Armani, dà libero sfogo alla sua fantasia, immaginando una collezione che ci trasporta con il pensiero in una giungla incontaminata à la Gaugin. La camicia impalpabile risulta emblematica, abbinata al bucket hat, contemporaneo e frizzante. «Perché vestirsi è anche divertirsi», afferma lo stilista.

Rimodella l’eleganza anche Prada, che alterna completi strutturati e sartoriali a un nuovo concetto di uniforme maschile. Stivali texani e pantaloncini in pelle si ripresentano abbinati a soprabiti tinta unita o a quadretti Vichy, motivo simbolo della sfilata, a partire dall’invito. Miuccia Prada e Raf Simons alternano autentica perfezione a ironia minimalista nel nuovo ensemble simbolo di una certa cultura giovanile nordeuropea degli anni Novanta.

Leggerezza spensierata, tutta positive vibes e libertà incontaminata. Dean e Dan Caten raccontano la Spring/Summer 2023 di Dsquared2 attraverso ragazzi vestiti con pantaloni slouchy, con un sarong che spunta da un blazer sartoriale, maglieria over fatta all’uncinetto, short con grafiche ispirate al sole, felpe tie-dye e T-shirt multicolor. Sono personaggi cool, reduci da una cavalcata sulle onde, pronti per un falò in spiaggia o a sfrecciare su una motocicletta con le biker jacket realizzate in collaborazione con Honda. Al collo talismani e catenine, sotto il braccio una tavola e poi le borse e T-shirt frutto della collaborazione con Bob Marley Foundation.

Buona la prima per Missoni, che, con una sferzata grintosa, non snatura i codici identificativi del brand. L’iconico zig-zag si fa quindi maxi, in una palette cromatica estremamente pragmatica, fra felpe e giacche in contrasto col fondo total white. Un debutto a pieni voti, prova di valorizzazione ottimale e attitudine prettamente casual.

D’altronde, c’è chi va e c’è chi viene. E per Etro è tempo di salutrare Kean, che dopo aver firmato questa collezione passerà il testimone al nuovo direttore creativo del marchio, Marco de Vincenzo, che dal prossimo settembre si occuperà sia dell’uomo che della donna. Una dedica sentimentale alla “potenza selvaggia della poesia”, che traduce languore, sensualità ed erotismo maschile in camice in sangallo, caftani trasparenti e aerei stampati a fiori, pantaloni in raso, costumi da biagno e blazer chiusi da una cintura obi. Una collezione progettata con fornitori del territorio, per valorizzare le aziende locali, un processo complesso, un ultimo atto d’amore. Kean Etro cicatrizza così il bilancio di 33 anni di lavoro: «Ci siamo divertiti e abbiamo fatto cose pazzesche. Ora attraversiamo una fase della vita in cui noi diventiamo consiglieri nel passare il testimone a Marco».

L’uomo di Donatella Versace sfoggia un trikini in tinte fluo, un body attillato sotto un pantalone sartoriale o un trench in seta rosa antico. Felpe slacciate, giochi di contrasti e contrapposizioni: la tendenza della prossima Primavera/Estate 2023 è l’entusiasmo di osare. Ispirato, spiega Donatella, dalla fusione di idee contrastanti della Generazione Z. La pop art incontra così il classicismo, le canotte in pizzo trasparente e i pantaloni in pelle traforata si alternano alle storiche camicie in seta in tinte fluo, con immagini di gargoyle gotici o sapienti della Grecia Antica. Versace torna a splendere in un cortile lastricato con colonne di vetro alte venticinque metri sormontate dalle statue di vari Adoni.

Rispolvera il passato anche Dolce & Gabbana, in una maniera decisamente più letterale. Dolce & Gabbana Re-Edition 1991 Primavera/Estate 2023 ripropone tali e quali capi storici dagli anni Novanta, quando il brand lanciò la linea uomo. Una vera e propria terapia di coppia, che nasce da una ricerca sugli account di reselling, dove gli utenti mostrano sempre più interesse per D&G e vintage Dolce & Gabbana. Il blazer bianco è abbinato a jeans over, la giacca nera con il denim fatto a brandelli. Spunta la collana a rosario, emblema di un’epoca quasi ignota ai giovani di oggi. Intimo, canotte, e poi via a un’antologia del meglio del peggio di ieri, dalla coppola alla T-shirt di Beckham, dai completi in pizzo agli stivali patchwork di denim, dalle maglie knitwear a guanti da biker carichi di cristalli. Lo sfondo dello show è un miscuglio di vecchi video di show e immagini pittoresche della penisola italiana, come i traghetti del Mediterraneo, il porto di Portofino o i pescherecci delle Eolie.

Gioco materico quello di Fendi, dove tessuti nobili, casual e atipici incontrano una grande dichiarazione di moda casual-chic. Una collezione incentrata sul capo chiave del guardaroba contemporaneo, l’over-shirt.

Volevo qualcosa di molto semplice, lavorando sull’idea di una camicia, una giacca camicia e un cappotto camicia. Ora stiamo tornando alla vita, capiamo che dobbiamo prenderci del tempo per noi stessi e per i nostri piaceri. Anche l’abbigliamento formale deve avere la stessa comodità. Per me il materiale che più rappresenta la libertà è il denim. Ma l’ho stampato sul cotone per renderlo diverso. È un nuovo finto denim.

Silvia Venturini Fendi

Un tessuto tanto banale come il denim viene sapientemente tagliato in pantaloni da gentiluomini artistici, modellato in borse logate, mocassini e camicie da chirurgo. Una stampa di vitello a macchie viene utilizzata nei caban di cotone, nelle sahariane in cavallino o nelle redingote di tela. Una stampa spezzata blu e tabacco è reinventata due volte: come top coat in cashemere o come cappotto da esploratore in visone.

Jeremy Scott omaggia l’approccio iconoclasta dell’artista americano Tony Viramontes, stroncato a soli 32 anni dall’Aids. Gli archivi dell’artista vengono riesumati nella Primavera/Estate 2023 di Moschino. I motivi, le facce e i colori che abitano la sfilata omaggiano il contributo che Viramontes diede al magazine The Face e all’esplosione dello stile Buffalo creato da Ray Petry negli anni Ottanta. Torna nell’occhio del ciclone il tailoring, fra blazer, abiti e soprabiti ravvivati da trattamenti policromi. Una formalità completamente personalizzata dal direttore creativo, che abbina le giacche sportive a pantaloncini e combat boot. Volti astratti, scarabocchi, pennellate espressive, colori accesi ma volutamente attenuati ricoprano nuove silhouette che giocano con lunghezze e altezze. Un vero e proprio parallelismo, fra Scott e Viramontes, dove le forme libere si fondono al realismo, il coraggio e il camp a intelligenza ed evasione.

Daniele Conforti