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Il meglio (e il peggio) dei look al Met Gala 2024

Ispirata a The Garden of Time di J.G. Ballard, la mostra e la cena della scorsa notte al Metropolitan Museum di New York hanno reso omaggio, attraverso moda e costume, alla natura, al tempo e alla decadenza. The Garden of Time è il dress code della serata glamour, in realtà la raccolta fondi più fashion che si possa immaginare. Tanti fiori sbocciati sul green carpet del Met Gala 2024, che registra entrate record.

E non si parla di ospiti. Ricordiamoci che la serata di gala è stata istituita proprio per sostenere il Costume Institute, ovvero la sezione del museo dedicata alla moda. I partecipanti sono stati circa 450 e, secondo quanto riportato dal New York Times, il prezzo di un posto a sedere alla cena organizzata da Wintour quest’anno è salito da 50mila a 75mila dollari. Così facendo, il guadagno complessivo del Met Gala 2024 è schizzato dai 22 del 2024 a ben 33 milioni di dollari.

La politica al Met Gala 2024

Un Met di natura controverso. Se le celebrities davanti ai riflettori hanno deciso di mettere da parte qualunque riferimento politico, il Met Gala 2024 sarà ricordato proprio per i drammatici eventi politici che l’hanno circondato. Dalla torre d’avorio, infatti, si sentiva la folla newyorkese che protestava contro la guerra: nella notte santa del calendario hollywoodiano, le truppe israeliane hanno bombardato la città palestinese di Rafah e preso il controllo del valico della città sul lato di Gaza. Per ironia della sorte, seppure nessuno dei suoi look fosse dedicato a dichiarazioni politiche, il Met Gala è diventato simbolo delle polemiche che tentava di ignorare.

Il lusso, durante il Met Gala 2024, non è stato per niente quiet. Da una parte, il malcontento di dipendenti scontenti, che fino a poche ore erano in sciopero. Dall’altra, le forze armate newyorkesi, che tenevano a bada le urla dei manifestanti che protestavano contro il supporto degli Stati Uniti agli attacchi di Israele a Gaza. Il tutto mentre il Costume Institute incassava gli ingenti versamenti da parte delle maison di lusso. L’indifferenza dell’evento, di Anna Wintour in primis, non è passata inosservata al popolo dei social: 5,1 milioni i tweet durante il Met Gala 2024.

 

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Perché, dopotutto, per Anna Wintour la serata è stata un successo. Condé Nast ha infatti trovato un accordo con la Union che rappresenta centinaia dei suoi lavoratori a poche ore dall’inizio dell’evento, promettendo aumenti salariali, otto settimane di indennità per i licenziati, quattordici di congedo parentale e altre tutele.

Le dediche a John Galliano e il meglio del Met 2024

Questa edizione del Met non è stata dedicata a John Galliano, come si voleva intendere inizialmente, ma ci sono stati diversi look firmati Maison Margiela e altrettanti abiti d’archivio del designer, ex direttore creativo di Dior.

L’omaggio più commovente quello di Zendaya, giovane attrice e icona fashion, co-conduttrice della serata, che, in un primo look, indossava un corsetto in raso duchesse dipinto a mano, lamé e organza in salvia bruciata e blu elettrico tagliate in sbieco e un vaporoso fiocco a cingerle il busto con fare plastico grazie alla stratificazione di alluminio e organza iridescente. Una Venere in custom Maison Margiela Artisanal, ottimamente suggellata dal copricapo piumato con veletta realizzato per l’attrice dal mito Stephen Jones.

La dose di charme, fascino, intrigo ed estrosità sarebbe bastata, ma non contenta e ad un passo dal finale, Zendaya torna e piazza due miti in un solo look. Volto incorniciato da un bouquet di rose signée Philip Tracey per Alexander McQueen e corpo fasciato dalla sontuosità d’antan di bustier e maxi gonna, sempre opera di John Galliano ma questa volta vintage, e alla mente riaffiora la pedana Haute Couture del Givenchy della Primavera Estate del 1999 e quel The Princess and The Pea che segnò il debutto del genio alla guida della maison.

Per entrambi i look, i gioielli sono Bulgari, lo styling quello di Law Roach.

Tra i co-host della serata, unico gentleman degno di nota, il rapper Bad Bunny. Indossava un completo su misura firmato Maison Margiela, con effetto non finito e cuciture a vista. Eccellente lavoro nei dettagli, dal profilo rosso dei pantaloni ai guanti in pelle, fino al cappello, i fiori appuntati e le scarpe dégradé.

Promossa Lana del Rey, accompagnata sul tappeto verde da Sean McGirr, stilista subentrato alla guida di Alexander McQueen dopo l’addio di Sarah Burton. La cantante ha una serie di arbusti rampicanti e rami di biancospino che percorrono la silhouette, per culminare in una teca di trasparenze. Una chiara citazione delle mitologiche passerelle di McQueen, in particolare all’Autunno/Inverno 2006.

Sorprendente il debutto di Tyla, che osa con un abito di sabbia firmato Balmain. Una scultura nella quale era impossibile muoversi, tanto che la giovane diva è stata trasportata da quattro bodyguard perché impossibilitata a salire le scale!

Tra le migliori vestite al Met Gala 2024, Nicole Kidman in Balenciaga, Elle Fanning in Balmain ed Emily Ratajkowski in Atelier Versace.

La famiglia Kardashian al Met Gala 2024

Immancabile la famiglia Kardashian, capitanata da Kim, anche lei in John Galliano per Maison Margiela. L’abito a corsetto argento, con motivi floreali intervallati da specchi e cristalli, è abbinato a un cardigan cropped, apparentemente molto casual. Kylie Jenner, invece, interpreta il tema The Garden of Times con un look sobrio ed elegante firmato Oscar de la Renta.

Kendall Jenner invece è al limite del fuori tema, se non fosse per un particolare importante. Indossa un abito di Givenchy del 1999, disegnato da Alexander McQueen e quasi mai indossato prima d’ora, in piena sintonia con le Sleeping Beauties ospitate all’interno del Costume Institute.

Belli sì, ma fuori tema

Sicuramente concettuale è l’apparizione di Doja Cat, la rapper in Vetements che già da giorni aveva scosso New York con apparizioni in mise provocatorie. Sembra appena uscita da una doccia: il trucco occhi è sbavato, arriva prima con un asciugamano attorno al corpo, poi con una T-shirt XXL bianca effetto bagnato e platform trasparenti. Il suo stylist, Brett Alan Nelson, battezza il Met Gala 2024 Wet Gala.

Interessante l’abito verde pastello di Donatella Versace, a braccetto con Jude Law e Andrew Scott; bellissimo ma completamente fuori tema il look Balenciaga di Naomi Watts, con soprabito effetto piumino puffy, guanti bianchi e veletta; straordinario il Windowsen di Cardi B, dall’estensione chilometrica, ma, ahimè, senza relazione al tema della serata.

Le bocciate al Met Gala 2024

Che quest’edizione del Met non sarebbe passata alla storia c’era da aspettarselo. Il tema stesso era confuso, di difficile traduzione estetica. E poi, lo si poteva capire dal look di Anna Wintour, in Loewe, decisamente dimenticabile.

Ma anche la sua co-host, Jennifer Lopez, non scherza. In Schiaparelli Haute Couture custom, intarsiata di cristalli, lascia poco all’immaginazione e non porta nulla di nuovo. La sua compagna di Super Bowl, Shakira, debutta invece al Met con un Carolina Herrera. Completamente fuori tema, se non fosse per qualche bocciolo di rosa.

Tra le popstar bocciate, anche Nicki Minaj in Marni, accompagnata dal superlativo Francesco Risso. Un custom-made che, pur essendo in tema, è più camp che altro – sicuramente fedele all’estetica della rapper. Anche Dua Lipa in Marc Jacobs e gioielli Tiffany & Co. è da dimenticare.

Si affida a Chanel, come sempre d’altronde, la neo cinquantenne Penelope Cruz, fedele all’estetica della maison, che sul green carpet del Met la spegne completamente. Lodevole, tuttavia, la decorazione con otto pizzi floreali diversi dell’abito, che è costata all’atelier della maison oltre 500 ore di lavoro. Compagna di funerale, ma in bianco, Sarah Jessica Parker in Richard Quinn, con gonna a ruota, cappello scultoreo, scarpe collant e filo XL di perle.

Lo sfrangiato e scintillante Burberry di Naomi Campbell esalta indubbiamente la sua eterna bellezza, ma annoia, così come il Loewe di Ariana Grande e il Prada di Kaia Gerber. Imbarazzo per Serena Williams in Balenciaga – non ricorda il Ferrero Rocher? – con tanto di orologio sul guanto, imperdonabile. E che dire di Rita ora in Marni?

Daniele Conforti