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Gucci x Adidas: lo Squisito Tailoring Sportivo di Alessandro Michele

In un battito di ciglia, anche la Milano Fashion Week è volta al termine. Ma se questo battito riflette nuance silver e azzurro cielo, catapultando lo spettatore in un disco party anni Settanta, non c’è dubbio che sulla passerella sta sfilando, dopo due anni di assenza, Gucci. E, come non bastasse, la soundtrack è incendiata dalla voce dei Bronskibeat in Smalltownboy o Fade to grey dei Visage. La sala, per altro, ricorda appieno le atmosfere della subculture anni Ottanta. Un ambiente scandito da luci e flash, proprio come se fosse una via urbana: «il mio atelier è la strada», afferma Alessandro Michele.

Quest’anno, come anticipato sui social, la banda bicolor della maison fiorentina deve fare i conti con uno dei brand sportswear più in auge: Adidas. Exquisite Gucci è una sperimentazione che converge verso la componente menswear, dove suit e completi vestono indipendentemente l’uomo e la donna. Il tailoring sartoriale incontra i codici sportivi, andando a rivisitare un modello tanto iconico come le Gazelle. Al makeup totalmente gender fluid, si alterna il logo Gucci con quello del brand sportivo tedesco su cappellini, cuffiette da nuoto, capospalla e mantelle couture su completi maschili. Borchie, merletti trasparenti, silhouette morbide e tessuti luccicanti: Alessandro Michele sceglie il massimalismo, in pieno contrasto con l’approccio minimale e neutro delle collezioni contigue. A coronare la collezione, l’ultima uscita con la sposa in nero: una metamorfosi di stili fra tulle, corsetto zippato e guanto nero in pizzo.

In prima fila, Serena Williams, Achille Lauro, Emma Marrone, Daisy Edgar-Jones, Jared Leto e Mr. Stan Smith. Sembra scontato dire che la coppia del momento Rihanna e A$ap Rocky abbia messo in penombra l’intero parterre di star: la Fenty girl posa avvolta in una pelliccia ecologica viola, che nasconde un crop-top in PVC e pizzo, pantaloni stampati a vita bassa e tacchi. Tutto mostrando divinamente il grembo materno. Il pièce de résistance, tuttavia, era lo scintillante copricapo che incorniciava uno dei visi più riconoscibili degli ultimi vent’anni.

 

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Daniele Conforti