Fashion Month is Over: Louis Vuitton chiude a Parigi
Choses en grand: pensa in grande. Louis Vuitton rivaluta le proporzioni, le altera e le presenta a Parigi sotto un nuovo punto di vista. «L’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo si uniscono sulle sagome, invitando a un secondo sguardo» dice la nota della collezione. La femminilità, il cuore della maison francese, viene osservata con enfasi, spostando il focus sui dettagli, che non passano di certo inosservati.
Il direttore creativo Nicolas Ghesquière sceglie l’artista contemporaneo Philippe Parreno e il production designer James Chinlund per la scenografia dello show. Al Cour Carrée del Louvre il monster-flower non bada a spese. Luci intermittenti, lampadari in movimento, tende che si aprono in un una sorta di fiore stilizzato con pistilli robotici. Vuitton esaspera così anche la grandezza della passerella stessa.
Qui, le linee esagerate della collezione portano alla luce tutti quei dettagli riconosciuti come parte integrante del racconto della genesi e del DNA della maison. Serrature, porta-addresse, cursori, zip e fibbie sono riportati fuori scala, diventando veri e propri protagonisti dello show. Anche gli anfibi e gli stivali presentano una suola in gomma spessa e allargata all’eccesso. I colli a salvagente, poi, narrano una visione femminile più bizzarra e camp. In mano, l’iconico baule LV ripondera le sue dimensioni e si tinge di un azzurro intenso, mentre il portamonete lievita sottobraccio e i tag in vacchetta si fanno vere e proprie tote bag.
Per Ghesquière non esiste la proporzione perfetta, il suo punto di vista si allarga, incitando lo spettatore ad allargare lo sguardo: il suo è un lavoro fuori scala che coinvolge l’immagine e la nostra percezione del mondo.
Daniele Conforti