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Ermenegildo Zegna: Design Sostenibile per la SS23

Prendiamoci una pausa dal chiasso logato, dalle matasse urbane, da concept farnetici. Un profondo respiro e le narici si impregnano del profumo di resina. Un camino di mattoni rossi sprigiona vapore pochi secondi dopo il tramonto ai piedi delle Alpi verdeggianti. Siamo nell’Oasi Zegna di Trivero, un giardino forestale ecologico, sui tetti dello storico Lanificio Zegna, in provincia di Biella.

Gildo Zegna e Alessandro Sartori, con il team creativo della maison, mettono in scena la materializzazione della filosofia del marchio in ogni suo singolare aspetto. Lo show Spring/Summer 2023 Born in Oasi Zegna impone il tono di un mutamento significativo, che sì prenda in considerazione lo spirito tradizionale di Ermenegildo Zegna, ma che non tralasci l’innovazione e il ruolo attivo nel presente che ha caratterizzato il brand sin dagli esordi. Si guarda quindi alla genderlesness, al design sostenibile e al tracciamento dei materiali. Che non sono limiti, ma punti di partenza per una proiezione verso il futuro.

Durante l’incontro con la stampa, il direttore creativo Sartori parla di «capi che fanno della leggerezza e hanno nella leggerezza la loro essenza» e del «futuro del tailoring che si sposta all’interno di questo leisurewear di lusso». La perfetta relazione fuori porta con la Fashion Week milanese, dove l’impalpabilità degli elementi in passerella ha fatto da protagonista. Zegna dispone nei colori dell’Oasi i toni della terra, declinati in acidi chiarissimi e colori carbone, caffè e nero.

La ricerca si fa prolungamento dell’impegno ambientale e sociale che Ermenegildo si prefisse negli anni Venti e Trenta, a sostegno sia delle comunità locali che della materia prima. Prima che sostenibilità e consciousness fossero hot topic, Zegna di preoccupava di procurarsi le fibre naturali della migliore qualità direttamente dal loro Paese d’origine, per poi importarle in Italia e farle lavorare da mani esperte.

La sfida della prossima estate è quella di andare oltre, modulando la leggerezza attraverso una seta tecnica, creando nuove funzioni ibride: un compromesso fra qualità e raffinatezza ed estrema praticità, un tessuto che si può riporre in armadi e valige – anche nei più maldestri dei modi – senza che questo presenti pieghe né grinze. Giacche a doppio strato e trench tie-dye traslucidi sono proposti anche in lino ultraleggero. Viene introdotta anche la lana upcycled e il tessuto fatto da cotone o lino mescolato alla carta riciclata, a creare una gabardine di cotone dall’aspetto ruvido e quasi scultoreo. Il cotone si intreccia anche a un 10% di nylon, con finissaggio termico che ne accentua la lucentezza.

Punto focale sulla passerella è anche l’evoluzione della classica sneaker Triple Stitch, disegnata da Mr. Bailey. La suola è composta da una singola fascia di cuoio avvolta per tre volte attorno alla silhouette, una tomaia in pelle craquelé, che simula la terra frammentata dalla siccità, tre lacci decorativi ad appannaggio di quelli della sneaker originale e, all’interno, una maglia cha fa funzionare la scarpa come una slip-on.

Missione compiuta, Zegna. Sei riuscito a saziare la nostalgia di sartorialità e genuinità. Con un’interpretazione nuova, per quanto anacronistica, quasi bucolica, ma non edulcorata, sincera e rinnovata.

Daniele Conforti