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Ecco Cosa Devi Sapere Prima di Acquistare una Birkin di Hermès

Borsa per eccellenza, sinonimo di eccellenza qualitativa, esclusività trionfale, senza orpelli né affettazioni: la Birkin di Hermès è la regina delle borse. Più che una semplice It-bag, la più desiderata. Anche in anni come quelli correnti, in cui l’occasione di uscire di casa si è presentata meno del solito, la ricerca di borse – nuove e vintage – firmate della maison francese è salita del 430%. Perché, per chi una Birkin la può soltanto desiderare, Hermès propone modelli dall’impegno economico più modesto, dalla Kelly alla sorella minore Herbag, proposta nel nuovo a € 1.960, nel second-hand a partire da seicento euro.

A rendere speciale una Birkin, però, è il valore affettivo che essa detiene. Anche solo perché accedere a un accessorio del genere è una vera e propria esperienza a sé. Tralasciando però il mito delle liste d’attesa, che, come le conoscevamo, non esistono più. Oggi, la domanda per la Birkin supera di gran lunga l’offerta, il che significa che le scorte variano da boutique a boutique. Qui, l’offerta di modelli, considerate opzioni di colorazione, finiture, taglie o pellami, sono da considerarsi caso per caso. Le forniture, tuttavia, sono poco frequenti e le informazioni su varianti reperibili in uno specifico momento estremamente scarse.

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Come nasce la Birkin?

La maison Hermès prese vita come laboratorio di finiture a Parigi nel 1837, per mano di Thierry Hermès. Nonostante la primissima borsa fu presentata nel 1922, il modello Birkin venne introdotto nel portfolio del brand soltanto nel 1984, un adattamento alla vita comune sintomo evidente di un avvicinamento al mondo Prêt-a-Porter. Il mito relativo alla nascita di questo modello potrebbe entrare a far parte dei grandi classici. Un puro caso, un incontro fuggente in un volo Parigi-Londra del 1981 tra Jean-Louis Dumas e l’icona di stile Jane Birkin. È lei a confessare allo stilista le difficoltà che accomunavano le giovani madri nel trovare una borsa pratica, capiente ed elegante allo stesso tempo. «Mi disegni la sua borsa ideale su un pezzo di carta». Sono queste le parole di Dumas che daranno vita all’iconica Birkin, ancora adesso prodotta come alle origini.

Come si distingue una Birkin da una Kelly?

Distinguere una Birkin da una Kelly è facile: la prima ha due manici, la Kelly ne ha una e può essere accompagnata da una tracolla. La Birkin, dalle dimensioni più importanti e quindi più capiente, è indicata per il giorno, la Kelly, dal design meno strutturato e dalla presenza più classica, per le occasioni serali.

Qual è la Birkin più costosa al mondo?

Nel 2016, una Birkin del 2008 chiamata Himalaya perché fatta di pelle di coccodrillo bianco con finiture in oro bianco 18 carati e diamanti è stata venduta al trentesimo anniversario di Christie’s a Honk Kong per 242.574 euro. L’anno successivo, una Birkin simile del 2015 è stata venduta per la cifra da capogiro di 341.000 euro.

La Birkin più costosa venduta su 1stDibs è stata valutata 262.000 euro, e la Kelly più costosa ha raggiunto i 156.000 euro. Sara Bennani, responsabile delle borse a Collector Square, afferma che una volta la piattaforma ha venduto una Birkin in coccodrillo geranio per 57.679 euro, mentre l’esemplare più costoso attualmente su Vestiaire Collective è una Birkin 35 cm in coccodrillo dai dettagli argento, con un prezzo di listino di 173.254 euro.

Come si conserva una Birkin?

Ma a garantire il valore della Birkin, considerata un vero e proprio investimento, è la relativa cura. Similarmente a come ci si comporterebbe con un’opera d’arte. È importante, quindi, conservarla a temperatura ambiente e lontana dalla luce solare diretta, possibilmente all’interno della scatola originale o in una sacca di tela. Errore imperdonabile è conservarla appesa per i manici o per la tracolla. È infine fondamentale riempirla con della carta velina, dei cuscini d’aria o del pluriball, assicurandosi che la borsa mantenga la propria forma, senza esagerare. Attenzione assoluta alle riparazioni: affinché la vostra Birkin – o qualsiasi accessorio Hermès di cui siete in possesso – mantenga la propria originalità, è fondamentale rivolgersi sempre ai laboratori del brand per ritocchi, lucidature e riparazioni.

Birkin: vera o falsa?

La prima verifica circa l’autenticità di una Birkin è, senza dubbio, l’estetica a primo impatto visivo. Un tratto distintivo la cui abilità di riconoscimento deriva solo e soltanto dall’esperienza. La pelle, sicuramente, deve risultare morbida e leggera, distendersi in forma trapezoidale stringendosi dal basso verso l’alto.

La Birkin è dotata di un lucchetto lievemente bombato sui lati, che deve necessariamente riportare il nome della maison inciso e un numero verso il basso. Le chiavi, inoltre, devono essere inserite all’interno del lucchetto, senza possibilità di rimuoverle. Solitamente, nelle contraffazioni il numero che viene riportato subito sotto la serratura e le chiavi sono attaccate al lucchetto con un anellino metallico.

Ogni borsa Hermès che si rispetti presenta la tipica incisione “Hermès Paris Made in France”, lineare, poco marcata e pulita. Sotto la linguetta di chiusura di destra, infine, è presente un codice alfanumerico. La lettera inserita, in particolare, dal 1971 viene inclusa all’interno di un cerchio o di un quadrato, da cui si può risalire all’anno di produzione. Simboli e lettere speciali, inoltre, indicano pellami impiegati o creazioni particolari di Hermès.

Daniele Conforti