Dolce & Gabbana: Venezia si tinge di Venezia
Venezia si tinge di Venezia. In Piazza San Marco si respira l’essenza veneziana: gondole, maschere, vetri di murano, tutti amalgamati da un vento d’amore e di speranza. Sentimenti ben espressi dall’irruenza e dal virtuosismo di Jennifer Hudson, probabile candidata agli Oscar per l’interpretazione di Aretha Franklin nel film Respect. Intonando Nessun Dorma – con una dizione aspirante alla perfezione – Jennifer Hudson ricrea una delle più celebri performance della regina del soul, creando così un’aspettativa non da poco.
Dolce & Gabbana, lo sappiamo, vogliono far parlare di sé. E, anche questa volta, ci sono riusciti. Il red carpet, infatti, non adorna semplicemente la maestosa passerella che domina San Marco, ma fa quasi da richiamo a uno stuolo di star come non se ne vedevano da tempo – gli ospiti erano circa cinquecento. Jennifer Lopez, Monica Bellucci – che assiste al debutto in passerella della figlia, Deva –, Sharon Stone, Helen Mirren, Vin Diesel, Doja Cat, Megan Thee Stallion, Puff Daddy, in veste di mentore delle modelle Jessie e Chance.
Un tripudio degno del Cavalli degli anni Novanta, che prende forma nei cento look che emergono dalla laguna grazie alle rispettive cento gondole. Creature di un altro pianeta, che alternano giacche con maniche scolpite a foggia dell’iconico Leone e delle maschere carnevalesche, collage dei simboli veneziani, forreau che paiono composti di murrine, tuniche dipinte come un quadro di Canaletto.
Abbiamo cercato di infondere in ogni abito tutto quello che per noi è Venezia. Non è stato facile, in molti casi abbiamo dovuto sperimentare tecniche e materiali che spesso nemmeno i laboratori con cui lavoriamo avevano mai tentato. […] E spesso il risultato è stato talmente al di sopra delle aspettative, come gli abiti che sembrano fatti di murrine, che ci siamo dovuti dare un freno, perché continuavamo a crearne di nuovi, tanto ci piacevano (ridono, ndr). Ma questo è il bello dell’alta moda, del lavorare cioè su pezzi unici. Sono abiti pensati per una clientela che non bada al comodo, al portabile o al pratico: loro a noi chiedono l’unicità, il sogno, lo spettacolo. E noi glielo diamo.
Come già accaduto in passato, Stefano Gabbana e Domenico Dolce si sono tuffati in una reinterpretazione – per niente semplice – culturale omaggiando, in questo caso, la città lagunare e il suo artigianato locale attraverso la lente del proprio héritage. Uno spettacolo tutto italiano, che segue l’evento fiorentino dell’anno scorso. Questa volta, però, il marchio ha deciso – come sempre – di strafare, andando a forgiare una linea di Alta Gioielleria, un saluto alla location che ha ospitato Dolce & Gabbana. Ai medaglioni in micromosaico su foglia d’oro che riprendono i decori della Basilica, si affiancano la collana di berilli color champagne, ametiste e acquamarine per centinaia di carati che ricreano i colori della Laguna al tramonto, gli orecchini a forma di calice e i collier fatti di antiche murrine plasmate per sembrare perle barocche – nel Seicento era così che gli orafi veneziani supplivano alla mancanza di perle vere -, fino all’anello con il ritratto di Costanza d’Altavilla, madre di Federico II, scolpito in pietra d’Istria (la stessa usata per costruire la piazza).
Stavolta abbiamo molti più ospiti, arrivati da tutto il mondo: ce ne rendiamo conto anche dal loro entusiasmo nell’essere qui, nel tornare a fare qualcosa che a lungo ci è stato negato. Lo sappiamo che non è finita, ma ora è come se tutti avessimo tirato un sospiro di sollievo, come se questo fosse davvero un nuovo inizio: per loro, per noi, per i nostri collaboratori e per chi ha lavorato con noi a questo evento. È una gran bella sensazione.
Daniele Conforti