Il debutto sorprendente di Alessandro Michele da Valentino
Nessuno se lo sarebbe aspettato, eppure così, all’improvviso, durante l’ultima giornata di Milano Fashion Week dedicata alle collezioni Uomo, Alessandro Michele ci fa una sorpresa. Non che le aspettative nei confronti della suo eclettismo fossero basse, anche ora che il direttore creativo si trova alla guida di Valentino. La pre-collezione Primavera 2025 di Valentino, tuttavia, sembrava impossibile da realizzare.
171 look prêt-à-porter, unitamente a 93 immagini di scarpe, borse e accessori vari, uno più delizioso dell’altro, il tutto soltanto in due mesi di lavoro. Sembrava improbabile anche per Alessandro Michele, il cui piano originario era quello di distribuire la collezione Resort 2025 direttamente nei negozi, senza alcun tipo di annuncio ufficiale. Eppure, oggi, le immagini della collezione infiammano i social, tra vividi consensi e perplessità riguardanti l’eccessiva somiglianza con il Gucci di Michele.
Ho iniziato a lavorare per Valentino come per un’orchestra; ognuno ha suonato il proprio strumento con tanto amore e dedizione che credo sia giusto mostrare gratitudine alle persone che hanno lavorato instancabilmente alla realizzazione di questa collezione. Il mio lavoro è accordare gli strumenti, si tratta di condividere, quindi tenere la collezione nell’ombra non mi sembrava giusto. Questo è un inizio che nasce dall’amore – vuole essere portato alla luce, visto e condiviso.
Di fatto, dovremo attendere ancora qualche mese per assistere al vero e proprio debutto sulla passerella del Valentino secondo Alessandro Michele. Proprio per questo, la collezione viene intitolata Avant les Débuts – un mix mozzafiato di sensibilità contemporanea senza genere e riferimenti archeologici di una raffinatezza eterna.
Ancora una volta, Alessandro Michele riesce a sposare cappelli a turbante, fili di perle, dettagli in pelliccia e volant vaporosi con la traiettoria filosofica gender fluid che da sempre caratterizza la cifra stilistica del direttore creativo.
Il nuovo Valentino assomiglia troppo al vecchio Gucci di Alessandro Michele?
Mi sono perso nell’archivio di Valentino. Sono davvero innamorato del luogo in cui ho deciso di abitare, che sta diventando la mia casa (…) Ora posso chiedere l’impossibile.
L’estetica della collezione di debutto per Valentino concilia un’inconfondibile visione personale con la ricchissima tradizione stilistica di Valentino. Ma questo non significa che ciò che vedremo nel Valentino di Alessandro Michele sarà uguale al suo Gucci. Anzi, ciò che oggi ritroviamo della pre-Primavera 2025 di Valentino si rifà in continuazione ai codici stilistici della maison. Basti considerare l’omaggio alla leggendaria collezione bianca del 1968 o alla reinterpretazione di elementi, design e iconografie degli anni Settanta.
Alessandro Michele strizza infatti l’occhio alla raffinatezza femminile e hippie-chic di Valentino degli anni Settanta, cita gli anni Ottanta nei suoi tratti più morbidi e raffinati. Conferisce addirittura una sorta di patina alle foto del lookbook, per renderle quasi immagini d’epoca.
Anche il massimalismo, tipico della visione creativa di Alessandro Michele, riecheggia a ritroso nelle creazioni della maison romana. Michele trova infatti una spiccata affinità con l’inclinazione di Valentino Garavani per un look quasi ossessivamente soigné, composto alla perfezione, meticolosamente elaborato. Confida che lui e Garavani condividono il gusto per la complessità della composizione.
Quello che vedete sono io che incontro lui, ma ora nell’atelier ci sono le mie mani e i miei occhi.
La pre-Primavera 2025 di Alessandro Michele da Valentino
Così come eravamo abituati da Gucci, anche in Valentino si evince un’estenuante ricerca della bellezza più pura, ma mai convenzionale. C’è innanzitutto un completo scozzese da rockstar, abbinato a un pussy bow di seta e una borsa boho con le grande in pelle scamosciata. Un lungo cardigan in mohair dorato con un’ampia T-shirt, jeans e mocassini in pelle.
Si alternano poi bordature in pelliccia, pizzi, ricami, ruches e volant. Intricati motivi Paisley, floreali e geometrici. Ma spicca anche l’iconico logo a V dorato, in particolare sulle borse a spalla. I completi ruggenti da indossare con mezze calzette e Mary Jane lasciano spazio ad abiti lunghi incrostati di cristalli, seguiti da mini dress a pois, foulard annodati a turbante e cascate di perle.
Alessandro Michele concede poco spazio al rosso Valentino, dando però origine al nuovo slogan tipografico Chez Valentino su T-shirt e cappellini da baseball.
Perché Alessandro Michele continua ad avere successo?
Socialmente, il successo di Alessandro Michele riflette il crescente desiderio di espressione individuale e personale attraverso l’abbigliamento. Un concetto sempre più abbandonato da direttori creativi e maison di moda, che, forse per paura, forse per stanchezza intellettuale, continuano a diluire con concetti minimalisti e territori asettici.
La nuova generazione è sempre più attenta alla diversità e alla sperimentazione – sarà per questo che geni come Galliano e McQueen continuano incessanti ad essere celebrati. L’abilità di questi creativi nel provocare e stimolare il pensiero critico sul significato sia di bellezza canonica che di individualità eccentrica sfida le norme sociali, che tendono oggi a omogeneizzare l’espressione personale.
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Daniele Conforti