Torna Victoria’s Secret: lo spettacolo anacronistico in un mondo che cambia
La sfilata di Victoria’s Secret 2024, andata in scena il 15 ottobre a New York, avrebbe dovuto segnare il trionfale ritorno del marchio di lingerie più iconico al mondo. Invece, ha finito per lasciare molti con l’amaro in bocca. Sei anni dopo l’ultima passerella—annullata a causa delle numerose polemiche che avevano travolto il brand—ci si aspettava qualcosa di diverso. Un’evoluzione, un segnale di ascolto verso il pubblico di oggi, più consapevole, più attento, più esigente. Ma il tempo, per Victoria’s Secret, sembra essersi fermato.
Il ritorno alla perfezione utopica di Victoria’s Secret
Dopo una lunga pausa, ci si aspettava che lo show di quest’anno rappresentasse una rinascita. Eppure, ciò che abbiamo visto sembra più un passo indietro. Fisicità scultoree, volti angelici e fianchi sinuosi hanno dominato la passerella, come se nulla fosse cambiato. Come se le critiche che avevano portato alla cancellazione dello show nel 2019 fossero state dimenticate.
Victoria’s Secret è un brand che ha sempre venduto un sogno: il sogno della perfezione. Corpi magri, tonici, scolpiti alla perfezione. Ma questo sogno, oggi, rischia di trasformarsi in un incubo. Non si può ignorare il contesto sociale in cui viviamo. Le donne del 2024 non chiedono di essere perfette; chiedono di essere viste, comprese, accettate. E, soprattutto, rappresentate.
Il collasso del sogno perfetto e il declino di Victoria’s Secret
La storia di Victoria’s Secret è una di ascesa vertiginosa e di caduta altrettanto rapida. Fondato nel 1977, il marchio ha raggiunto un successo senza precedenti, con un fatturato che toccava i 12 miliardi di dollari. Eppure, nel 2019, le vendite sono crollate del 40%. Il motivo?
Un brand che sembrava sordo alle richieste di cambiamento della società. Dalle polemiche sulle modelle perfette e irraggiungibili, alle accuse di utilizzare materiali tossici nei capi, fino ai commenti transfobici del presidente. Il colpo di grazia arrivò con una campagna pubblicitaria intitolata The Perfect Body, che fece scattare una petizione con oltre 30.000 firme contro il brand. Quello che Victoria’s Secret vendeva come “il corpo perfetto” non era altro che l’ennesimo cliché di bellezza irrealistica e dannosa.
New York 2024: un’occasione persa
La sfilata del 2024 sarebbe dovuta essere il grande momento per dimostrare che il brand aveva imparato la lezione. Ma è davvero così? Sì, abbiamo visto modelle curvy e over 50. Ma si trattava di gesti calcolati, quasi di “compitini” svolti più per adempiere a un dovere di marketing che per rappresentare un vero cambiamento. Non era quello che il pubblico si aspettava.
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Negli ultimi anni, Victoria’s Secret ha cercato di correggere il tiro, introducendo modelli più inclusivi nelle sue campagne pubblicitarie. La prima modella con la Sindrome di Down, ad esempio, o Elisabetta Dessy, modella over 60. Ma queste iniziative, sebbene lodevoli, sembrano essere rimaste ai margini dello show. Perché non sono state coinvolte anche nella sfilata? Una decisione che ha lasciato molti fan del marchio disorientati e, per alcuni, traditi.
Il pericolo di un ideale anacronistico
Ma il vero problema è più profondo. Qual è il messaggio che Victoria’s Secret sta ancora trasmettendo? Nel 2024, mettere in scena corpi perfetti e irraggiungibili non è solo un cliché stantio, ma un potenziale pericolo per la salute mentale di chi guarda. I dati parlano chiaro: l’Istituto Superiore della Sanità ha registrato un aumento del 30% nei disturbi del comportamento alimentare dal 2020, con un incremento particolarmente significativo tra le giovani donne. Nel 2022, sono stati diagnosticati oltre 1.450.000 nuovi casi. In un contesto sociale come questo, continuare a promuovere ideali di bellezza inaccessibili rischia di essere non solo anacronistico, ma dannoso.
Ecco allora che la sfilata di Victoria’s Secret 2024 non solo sembra essere fuori dal tempo, ma anche fuori dalla realtà. La perfezione che continua a vendere non corrisponde alle necessità del pubblico attuale, che chiede a gran voce rappresentazione, diversità e inclusività autentiche.
Se Victoria’s Secret cerca un esempio da seguire per evolversi davvero, deve guardare a Savage x Fenty, il brand fondato da Rihanna. In pochi anni, Savage x Fenty ha rivoluzionato l’industria della lingerie, portando in passerella una vasta gamma di corpi, etnie, età e taglie. Non si tratta solo di un trucco di marketing, ma di un autentico impegno verso un nuovo concetto di bellezza. E, soprattutto, è un successo commerciale. Il marchio di Rihanna non solo celebra la diversità, ma ne fa il suo punto di forza.
Cosa rimane di questo show?
Alla fine, ci resta ben poco. Certo, i reggiseni con le stelle glitterate e i bustier tempestati di cristalli sono un piacere per gli occhi. Ma ciò che rimane impresso nella mente dello spettatore è solo un esercizio di estetica già visto. Vittoria Ceretti con i suoi fianchi sinuosi, Gigi Hadid e il suo fisico scolpito, Bella Hadid con il suo volto da dea. Bellezze indiscutibili, certo, ma anche stereotipate. Neanche Carla Bruni, Tyra Banks, Kate Moss ed Eva Herzigova sono bastate a risollevare le sorti di Victoria’s Secret. Un altro passo indietro per un brand che, invece, aveva bisogno di guardare avanti.
Daniele Conforti