Miss Dior: cosa ne pensate dei “nuovi” graffiti di Dior?
Gli atelier di Dior iniziano in questi giorni a popolarsi di tutti i prodotti che a gennaio hanno solcato le passerelle della Paris Fashion Week. La collezione si snoda anche sulle piattaforme digitali del brand, primo fra tutti lo shop online. Qui, abbiamo la possibilità di dare un’occhiata più da vicino ai prodotti della nuova collezione Fall/Winter 2024 di Dior, decontestualizzati dall’atmosfera elettrizzante della sfilata.
Il messaggio è chiaro: Mariagrazia Chiuri ha fatto un tuffo – l’ennesimo – nel ricco passato di Dior, facendo sua la collezione Miss Dior del 1967. Trasponendola nei giorni presenti, la direttrice creativa del marchio vuole universalizzare la collezione, in particolare trench e borse, e renderla simbolo di libertà dall’oppressione femminile, senza tempo e senza spazio. Un motivo ricorrente nella filosofia estetica della Chiuri, che, per quanto ancora fondamentale, si traduce in abiti e accessori dal poco spessore stilistico.
Dove nasce la collezione Miss Dior?
Ci troviamo negli anni Sessanta e Philippe Guibourgé, assistente dell’allora direttore creativo di Dior Marc Bohan, dà vita alla prima linea ready-to-wear. Siamo in un’epoca storica caratterizzata da movimenti di rottura, dal fermento giovanile alla transizione verso una modernità più libera. Si rivela quindi necessario costruire un nuovo status quo, adiacente a un nuovo concetto di identità senza confini.
Miss Dior è quindi il primo logo consapevole di una linea prêt-à-porter e, soprattutto, easy-to-wear. Miss Dior diventa presto uno slogan da sfoggiare su abiti e accessori come un manifesto di valori riscritti e ridefiniti, condivisi da una nuova generazione di donne in fermento. Un concetto all’ora contrastante rispetto alla visione di femminilità rigida e classica di Christian Dior. Eppure profondamente affini alla sua ambizione di vestire tutte le donne dalla testa ai piedi.
Miss Dior oggi: cosa c’è che non va?
Il concetto di unicità femminile di Mariagrazia Chiuri vuole rivivere nell’attualizzazione di Miss Dior. Vengono scelti i graffiti come linguaggio universale di esigenze pratiche ed etiche in relazione alla sfera di liberazione della condizione della donna nel mondo. Un obiettivo nobile e coerente con la visione del marchio, che però fallisce nella sua traduzione puramente estetica e, soprattutto, creativamente qualitativa.
Il trait d’union della collezione Autunno/Inverno 2024 di Dior, infatti, è l’ossessiva ripetizione della scritta Miss Dior, lontana dal concetto di eleganza raffinata tipica del brand. Si trova sul lato destro dei trench e sulla patta delle borse in pelle. Un vero e proprio tuffo nel passato dal dubbio gusto, incapace di giustificare i sempre più elevati prezzi della maison. La borsa Miss Dior Graffiti con pattina, infatti, ha un prezzo di 3.300 euro (ricordiamo che un modello iconico come la Saddle costa “soltanto” cinquecento euro in più!).
Il pubblico, tra fan e commentatori sui social, si rivela piuttosto insoddisfatto. In generale rispetto alle scelte che negli ultimi tempi hanno contraddistinto la traiettoria estetica del brand, in particolare in merito a questa collezione, giudicata estremamente elementare e sterile. Sarà forse l’ora di un refresh della direzione creativa alla testa di Dior? Negli ultimi tempi ne abbiamo viste tantissime. E, forse, dopo Alessandro Michele per Valentino, sarà giunta l’ora anche per Dior.
Daniele Conforti