La moda al cinema: LVMH entra a Hollywood
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La moda al cinema: LVMH entra a Hollywood

La moda al cinema: LVMH entra a Hollywood

Nel panorama del lusso globale, il gruppo LVMH si è sempre distinto per la sua ineguagliabile capacità di innovare mantenendo salde le radici nella tradizione. Con un portfolio che annovera 75 maison, il colosso parigino ha saputo estendere la sua influenza ben oltre i confini della moda, toccando settori quali la cultura gastronomica, il lifestyle, la bellezza, l’arte e la gioielleria.

Oggi, LVMH intraprende un nuovo audace viaggio, entrando nel mondo del cinema con la creazione di 22 Montaigne Entertainment, un’iniziativa che segna un’evoluzione naturale per il gruppo, desideroso di raccontare le storie delle sue storiche maison attraverso l’obiettivo dell’intrattenimento.

Cos’è 22 Montaigne Entertainment di LVMH?

22 Montaigne Entertainment, che prende il nome dall’indirizzo della storica sede di LVMH a Parigi, nasce dalla collaborazione con Superconnector Studios, società di consulenza manageriale con sedi a New York, Los Angeles e Nashville, co-fondata da Jae Goodman e John Kaplan. Forti di oltre due decenni di esperienza nel creare partnership di intrattenimento con brand di fama mondiale, questa nuova avventura si propone di tessere ancora più stretti legami tra moda e intrattenimento, offrendo una prospettiva rinnovata sulle maison che da sempre rappresentano la quintessenza della creatività e della cultura.

Supervisionato da un comitato di dirigenti LVMH, tra cui spiccano Antoine Arnault, responsabile per la comunicazione e l’immagine del gruppo, e Anish Melwani, presidente e amministratore delegato di LVMH Nord America, 22 Montaigne si prefigge di esplorare nuove opportunità per i marchi del gruppo nel mondo del cinema, della televisione e dell’audio. L’obiettivo è sviluppare, coprodurre e cofinanziare contenuti di intrattenimento che possano celebrare la personalità e la maestria artigianale dietro ogni marchio, mostrando il loro ruolo come creatori di cultura.

La moda al cinema: LVMH entra a Hollywood
Il patron di Lvmh Bernard Arnault, al centro, con i figli Delphine e Antoine, dirigenti del gruppo (afp)

L’ingresso di LVMH nel settore dell’intrattenimento cinematografico e televisivo non è solo una mossa strategica in risposta ai recenti successi di produzioni legate al mondo della moda, ma rappresenta anche un’evoluzione naturale per un gruppo che ha sempre posto al centro della sua visione la narrazione e lo storytelling. La moda e l’intrattenimento sono da tempo interconnessi, con le maison che scelgono attori e attrici come ambasciatori, e con il pubblico sempre più affascinato dall’heritage e dalla storia dei grandi nomi del lusso.

Questa nuova iniziativa di LVMH non solo consolida il suo ruolo di leader nel settore del lusso, ma apre anche nuove possibilità di dialogo tra creatività, estetica e narrativa, creando un ponte diretto con un pubblico globale e diversificato. La decisione di avventurarsi nel cinema e nell’intrattenimento segna un momento di significativa trasformazione per il gruppo, dimostrando come l’innovazione possa convivere armoniosamente con la tradizione, e come il lusso possa essere reinterpretato e raccontato attraverso nuovi mezzi.

Con 22 Montaigne Entertainment, LVMH non si limita a entrare in un nuovo settore, ma ridefinisce le regole del gioco, proponendo un modello di business che potrebbe presto diventare un benchmark per l’intero settore del lusso e dell’intrattenimento. La sfida è quella di creare contenuti che non solo celebrino il prestigio e l’unicità delle sue maison, ma che riescano anche a catturare l’immaginazione di un pubblico sempre più vasto, affascinato non solo dal prodotto di lusso, ma anche dalla storia, dalla cultura e dall’arte che ogni brand rappresenta.

Il dialogo tra moda e cinema: le biopic del 2024

Quest’anno, abbiamo assistito in realtà anche alla dinamica inversa, secondo cui il mondo del cinema e della televisione si avvicina all’universo della moda, trasformando le vite dei suoi più emblematici protagonisti in narrazioni che promettono di catturare l’immaginario collettivo. La moda, da sempre, non è solo un’affermazione di stile ma anche un riflesso di epoche, culture e personalità che, attraverso le mani di stilisti visionari, hanno lasciato un segno indelebile nella storia. Quest’anno, il focus è rivolto a quelle figure che, con il loro genio creativo, hanno definito e trasformato il concetto di lusso e bellezza.

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Da una parte, il documentario High & Low – John Galliano del regista Kevin Macdonald si concentra sulla parabola esistenziale di John Galliano, attuale direttore creativo di Maison Martin Margiela, esplorando la sua ascesa, caduta e successiva riabilitazione dopo gli incidenti del 2011.

Dall’altra, arrivano su Apple TV e Disney+ due serie che promettono di cambiare la nostra percezione di alcune delle icone di stile più leggendarie. The New Look, in particolare, illumina l’ascensione di Christian Dior e la sua rivalità con Gabrielle Chanel nel contesto dell’occupazione nazista di Parigi e del dopoguerra, svelando lati inediti di queste figure mitiche, interpretate rispettivamente da Ben Mendelsohn e Juliette Binoche.

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A questo si aggiunge Cristóbal Balenciaga, che debutta su Disney+ per raccontare la vita dello stilista spagnolo, dalla guerra civile spagnola agli anni Settanta, attraverso gli occhi di Alberto San Juan. La serie promette di esplorare la sua natura riservata e la sua straordinaria carriera, intrecciata a quelle dei suoi contemporanei parigini.

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Infine, Kaiser Karl, la serie dedicata a Karl Lagerfeld, attesa per il prossimo inverno e prodotta da Gaumont e Disney+, si preannuncia come uno degli eventi più attesi. Con Daniel Brühl nei panni dello stilista, la serie si basa sulla biografia di Raphaëlle Bacqué e intende ripercorrere la vita e la carriera di Lagerfeld, focalizzandosi sul suo impatto sulla maison Chanel e sul suo rapporto con Yves Saint Laurent.

Queste produzioni non solo celebrano la vita e le opere di alcuni dei nomi più influenti nella moda, ma offrono anche una riflessione più ampia sul ruolo degli stilisti come veri e propri artefici di cultura e tendenze. Attraverso scenografie e costumi spettacolari, le serie e i documentari del 2024 promettono di svelare l’umanità, le relazioni, le insicurezze e i conflitti di queste figure leggendarie, invitandoci a una riflessione più profonda sull’essenza della moda e del suo potere di trasformazione sociale e culturale.

Daniele Conforti