Louis Vuitton presenta le Artycapucines con Sotheby’s
Dal 28 giugno al 12 luglio 2023, Louis Vuitton e Sotheby’s, la destinazione principale nel mondo dell’arte e del lusso, collaborano per un’asta dedicata che presenta 22 borse Artycapucines di Louis Vuitton.
Si tratta di pezzi unici creati utilizzando lo stesso savoir-faire e gli stessi materiali delle versioni originali in edizione limitata, un processo che ha richiesto un’accurata ricerca di materiali e un’ampia varietà di tecniche artigianali meticolose e impegnative.
Ogni borsa è firmata dall’artista sotto la patta e sarà presentata in una Boîte Chapeau Louis Vuitton rivestita con fantasia Monogram, una moderna cappelliera basata su un design creato dalla Maison nel 1924. Il ricavato netto della vendita di ciascuna di queste borse in tiratura limitatissima sarà devoluto a un’organizzazione benefica a scelta dell’artista steso.
Chiamata così in onore di Rue Neuve-des-Capucines, la strada parigina in cui Louis Vuitton aprì il suo primo negozio nel 1854, la Capucines offre una tela ideale per la creatività di 24 artisti internazionali, che reinterpretano tutte le quattro collezioni annuali di Artycapucines pubblicate dal 2019 – nonostante il modello, ricordiamolo, sia nato nel 2013.
Il loro valore? È stimato fra i 16.000 e i 24.000 euro!
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L’Artycapucines di Ugo Rondinone
Optando per l’uso del colore come attrazione principale per la sua Artycapucines, Ugo Rondinone sceglie due simboli archetipici che ritroviamo spesso nelle sue creazioni: il pagliaccio e l’arcobaleno. Nelle vesti di un’identità non binaria, il pagliaccio è progettato per intrattenere grandi pubblici, mentre l’arcobaleno è un archetipo comunitario per l’unità e la pace e si riferisce anche al movimento di liberazione queer.
Lo splendido motivo arlecchino sulla borsa di Rondinone è creato attraverso un paziente ricamo a mano di quasi 15.000 piccole perline sul corpo in pelle della borsa. Si materializza così uno spiccato senso di volume, frutto di un processo che richiede oltre 100 ore per ogni esemplare.
Alle perline, Rondinone affianca dei fiori stampati in 3D, ispirati a una serie di sculture prodotte dall’artista nel 1988 e che ricordano quelli caratteristici del motivo Monogram di Louis Vuitton. L’impugnatura è realizzata in resina traslucida lavorata a mano, progettata in modo che alla luce intensa i suoi colori vengano “proiettati” sulla patta della borsa.
L’Artycapucines di Tschabalala Self
La borsa Artycapucines di Tschabalala Self, inizialmente lanciata nel 2019, utilizza 19 diversi tipi di pelle, molti dei quali riciclati dagli atelier di Louis Vuitton, per creare un design patchwork sorprendente e giocoso.
Le diverse forme delle pezze di pelle si basano sulla decostruzione del celebre motivo Monogram della maison. L’artista le assembla utilizzando cuciture deliberatamente imperfette, con strati di fili penzolanti che danno vita a un dialogo non convenzionale con l’esterno perfettamente realizzato della borsa.
Nata a Harlem, New York, nel 1990, Tschabalala Self si è laureata alla Yale School of Art nel 2015. Utilizzando pittura, incisione e cucito, Self crea rappresentazioni multistrato del corpo femminile nero che esplorano il suo significato iconografico nella cultura contemporanea degli Stati Uniti, insieme al suo impatto emotivo, fisico e psicologico.
Ho cominciato a riflettere in modo più critico su quale fosse l’aspetto più eccitante dei dipinti e ho pensato che non fosse tanto le figure. Piuttosto, era la decostruzione di una forma e la sua ricostruzione. La mia idea era applicare lo stesso modo di pensare, spezzando il logo in diversi elementi.
L’Artycapucines di Amélie Bertrand
“Non cerco mai di creare spazi reali, li dipingo soltanto” racconta l’artista francese Amélie Bertrand, nata a Cannes nel 1985, a proposito del suo universo psichedelico dalle prospettive distorte e dagli orizzonti onirici.
Le sue immagini allucinatorie con motivi a catena, camouflage, mosaici e piante tropicali, tutto in toni brillanti e sfumati, risultano al tempo stesso naturali e artificiali, una serie di panorami unidimensionali che si pongono a metà strada tra un dolce sogno e un incubo pop.
L’Artycapucines di Daniel Buren
“L’Artycapucines ha un design davvero semplice: una base trapezoidale e un cerchio artistico come manico. Tutto ha inizio da lì“. Da oltre 60 anni, Daniel Buren, nato nel 1938 a Boulogne-Billancourt, sviluppa opere che analizzano i legami tra l’arte, le sue strutture, al tempo stesso fisiche e intellettuali, e la percezione umana della luce e dello spazio.
Se di solito uno spazio specifico o un ambiente preciso sono al centro delle sue opere, per le sue Artycapucines, Buren ha visto il soggetto come un oggetto scomponibile da cui partire per “comporre” qualcosa di nuovo. Astraendo, infatti, la silhouette della borsa, sono emerse due forme: un trapezio e un cerchio.
L’Artycapucines di Peter Marino
Per le sue Artycapucines, Peter Marino si è ispirato a una scatola medievale vista in un edificio del XIV secolo a Venezia. Collocata vicino alla scala monumentale progettata dall’architetto italiano Mauro Codussi, la scatola era dotata di cinghie e di una chiave medievale, elementi che Marino ha ricreato sulla borsa iconica di Louis Vuitton.
Daniele Conforti