Le nuove stampe Monogram e Damier di Louis Vuitton
È monumentale il debutto di Pharrell Williams in casa Louis Vuitton. Stampa e PR di tutto il mondo si radunano lungo la chilometrica passerella a Pont Neuf per assistere allo show fra i più attesi di questo fashion month SS24.
I riflettori scattano abbaglianti ancor prima dell’ingresso dei modelli in passerella. A elevare il valore mediatico della sfilata, un concentrato di celebrities come non si era mai visto, quasi da far impallidire il Met Gala.
In prima fila, Beyoncé e Jay-Z siedono accanto a Zendaya, mentre, più tardi, raggiungeranno lo show anche Rihanna, l’emblema scelto da Pharrell come nuovo volto della maison, e A$AP Rocky. E ancora Naomi Campbell, Megan Thee Stallion, Lewis Hamilton, Kelly Rowland, Tyler, the Creator e Kim Kardashian.
A sfilare, infine, il leggendario Stefano Pilati, ex-direttore creativo di Saint Laurent e Agnona, oltre che founder di Random Identities e collaboratore, in passato, di brand come Armani, Prada, Miu Miu e Zegna.
La regalità degli invitati, tuttavia, non riesce a eclissare le creazioni di Pharrell Williams per Louis Vuitton. Perché, dopotutto, a fare da protagoniste sono le stampe monogram, rivisitate in tutte le loro declinazioni in una collezione opulenta, che eleva al massimo lo streetwear.
Seguendo le orme del suo predecessore, Virgil Abloh, il nuovo direttore creativo presenta un uomo avvolto in una tempesta di suggestioni codificate attraverso i grandi classici Louis Vuitton. Dal monogram LV, fino al Damier Canvas, passando per it-bag come il bauletto Speedy o la Keepall.
Il monogram classico
In un ponte tra Parigi e la Virginia, lo stato natale di Pharrell Williams, il classico monogram, intrecciato e in rilievo, ricopre la valigeria, dall’iconico Keepall Bandoulière ai modelli più rigidi dall’ispirazione vintage, rettangolari e con inserti in argento. Si avvista anche sulla it-bag per eccellenza, la Speedy, zaini e giacche in pelle.
Le iniziali di Louis Vuitton, inoltre, vengono trasformate nella parola LVERS. È chiaramente una deformazione ironica della parola “lovers”, che vuole evocare l’attitude grintosa e vitaminica che Pharrell ha portato nella collezione. Rappresenta anche una citazione allo stato natale di Pharrell, il cui slogan nazionale è precisamente Virginia is for Lovers.
Registrato come marchio soltanto nel 1905, l’iconico monogram LV viene introdotto per la prima volta da Georges Vuitton, figlio del fondatore Louis, nel 1896. L’ispirazione allude sia al simbolismo giapponese che alle piastrelle in maiolica di Gien con i fiori a quattro petali, presenti nella cucina della casa di famiglia ad Asnières.
Nasce così un motivo eterno, oggetto di infinite riletture da parte di direttori artistici, da Marc Jacobs a Kim Jones, fino a Nicolas Ghesquière e, oggi, a Pharrell Williams.
Il Damier diventa Damoflage
Il monogram classico LV non è l’unico emblema a dominare la collezione Menswear Spring/Summer 2024 di Louis Vuitton. A esso, infatti, viene contrapposto il pattern Damier Canvas.
Si narra che, per contrastare il fenomeno delle contraffazioni, nel 1872 il fondatore del marchio abbia sostituito l’allora usuale tela impermeabile grigia con una a righe verticali rosse e beige. Un cambiamento poco efficace, che porta alla nascita, nel 1888, del noto motivo a scacchi Damier, accompagnato dalla dicitura marque L. Vuitton déposée. Si assiste così alla nascita di un classico, particolarmente apprezzato da Marc Jacobs duarnte la sua permanenza da Louis Vuitton.
Visualizza questo post su Instagram
Oggi è Pharrell Williams, attraverso una sinestesia sui toni del giallo, del verde, del rosso e del borgogna, a rivisitare il monogram in chiave Minecraft, ricordando l’escamotage adottato in tempi recenti da JW Anderson per Loewe.
Il Damier in Atari 8-bit, creato dal pixel artist americano ET, digitalizza il motivo, che appare su dettagli sartoriali, pigiami e pezzi in denim. La riconoscibile grana del canvas Damier è resa sulla pelle grazie a una stampa a pigmenti tridimensionali, simile a quella utilizzata nei capispalla e nella sartoria, assumendo anche connotazioni mimetiche.
Pharrell e il team Vuitton danno vita, così, al Damoflage, una stampa che unisce il tradizionale motivo al camouflage, impiegato in tre tonalità sia negli accessori che nell’abbigliamento, dal denim alla maglieria, fino alle pellicce e al jacquard della sartoria. Un esemplare dimostrazione di digital camouflage, pattern che già da tempo popola il linguaggio della moda.
Daniele Conforti