Tom Ford: l’Eredità del Designer dopo il suo Addio
 • Fashion  • Tom Ford: l’Eredità del Designer dopo il suo Addio
Tom Ford: l’Eredità del Designer dopo il suo Addio

Tom Ford: l’Eredità del Designer dopo il suo Addio

Si chiude il sipario su Tom Ford: le sue creazioni si fanno archivio, il suo contributo alla moda diventa eredità, il suo marchio entra a far parte di quelle maison orfane di founder seppur ancora in vita – è successo a Jil Sander, Saint Laurent, Thierry Mugler, Martin Margiela e tanti altri.

Inutile fingersi sorpresi: il suo ritiro dalle scene era stato in qualche modo annunciato lo scorso autunno con la notizia della vendita del brand Tom Ford al gruppo Estée Lauder. 2,8 miliardi di dollari per acquistare un marchio, di fatto, già finanziato dal gruppo per la produzione di cosmetici – ricordiamo che Tom Ford è particolarmente riconosciuto per la produzione di profumi.

Non ci preoccupa, quindi, la continuità creativa ed estetica di Tom Ford, che sarà in parte garantita da Estée Lauder, Marcolin e Gruppo Zegna, che, rispettivamente, si occupano della produzione di occhialeria e abbigliamento. Tom Ford è in mani sicure: a succedere l’omonimo founder, Peter Hawkins, già responsabile della linea uomo e braccio destro sin dai tempi di Gucci.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da TOM FORD (@tomford)

La collezione Archivio è l’addio di Tom Ford

Paillettes, frange, animalier, mini dress: il 61enne affida la campagna d’addio alla lente di Steve Klein, che lavora con grandi modelle vicine alla maison come Karlie Kloss, Joan Smalls, Amber Valletta, Karen Elson e Caroline Trentini.

La collezione Autunno/Inverno 2023 è in realtà una riedizione di pietre miliari stilistiche che identificano la mente creativa di Tom Ford. Le protagoniste, ingabbiate in fasci di luci a neon, riportano alla mente comune l’anno 2010, quando Tom Ford lanciò la sua prima linea ready-to-wear. Uno show senza precedenti: le foto erano bandite, nonostante i social già esistessero. E sulla passerella, icone care alla maison, da Beyoncé a Julianne Moore, fino a Lauren Hutton.

A esaltare ulteriormente il legame fra celebrità di spessore e Tom Ford, la collezione Archivio ripropone abiti-cult, da quello del 2012 di Gwyneth Paltrow agli Oscar, a quello fluido indossato da Rihanna sulla cover di Vogue nel 2016. Troviamo anche il mini-dress paillettato con il quale Beyoncé ha aperto il Mrs. Carter World Tour, e l’indimenticabile breastplate fucsia indossato da Zendaya ai Critics Choice Award nel 2020.

Nel frattempo, in uno dei tre video girati da Klein, le modelle compaiono in mise funebre total-black, in lutto per la dipartita del designer. Amber Valletta si strugge al suolo, Karen canta un’aria d’opera: un artificio teatrale che evoca alcuni celebri “compianti sul Cristo morto” dell’arte rinascimentale italiana.

Il contributo alla moda di Tom Ford

Frutto proibito nato ad Austin (TX) e cresciuto sotto il sole elitario degli anni Ottanta e Novanta, Tom Ford rappresenta uno dei pionieri contemporanei più influenti nella fashion culture. La sua attitudine alle arti visive spicca sin da subito attraverso una prematura passione per mobili e design.

Agli studi, affianca una vitalità intrisa di glamour: trasferitosi dal New Mexico a New York, inizia a frequentare il mitico Studio 54. Qui respira il fermento dei grandi artisti che lo popolano e viene dotato dell’ambizione che lo porterà a Parigi, dove lavora per l’ufficio stampa di Chloé.

Sarà però Milano a concedergli la più grande occasione. È il 1990 e Gucci cerca il tassello perfetto per rinnovare le collezioni donna e l’estetica globale. Scommette sul giovane Tom Ford, che, in sei mesi, disegna anche abiti da uomo e calzature.

In tre anni, si trova a capo di undici linee prodotto, al punto da poter essere considerato al pari di Maurizio Gucci, che possiede la maison per il 50%. Grazie alla sua visione avanguardistica, contrastata in realtà dal gusto rétro di Maurizio, Tom Ford, nel 1994, assume la direzione creativa del marchio.

Il glamour scottante, definito porno chic, ha presto radicato nel DNA di Gucci, traducendosi in slip dress trasparenti, veri e propri fazzoletti di seta con spacchi profondissimi, vite basse, cut-out seducenti, piume e pellicce opulente.

Gucci Tom Ford Fall Winter 1996

Siamo nel 1999 e Yves Saint Laurent viene acquistata da Gucci. Come in una missione spirituale, Tom Ford prende le redini del marchio francese, con l’obiettivo di modernizzarne il linguaggio. Il mondo della moda rimarrà estasiato dall’interpretazione di le smoking, uno dei classici pilastri di YSL, dall’innovativa sensualità e da accessori cult come la Mombasa, introdotta dal designer nel 2001.

Tom Ford Saint Laurent Spring 2001

Passati cinque anni, le strade dello stilista e del gruppo si separano in seguito a mancati accordi commerciali. Un addio doloroso che permette al designer di mettere in cantiere un brand a suo nome. Grazie ai quindici anni di esperienza, fonderà una fashion house nota per occhiali raffinati e profumi fra i più apprezzati di sempre.

Dopotutto, l’anima di Tom Ford riecheggia oggi più che mai nella rinnovata identità di Gucci. L’ultima collezione Autunno/Inverno del brand ospita proprio l’iconica reinterpretazione della borsa Horsebit, identificata dal grande morsetto centrale, proposta dal designer nell’Autunno/Inverno del 2003!

Gucci Fall/Winter 2003 Tom Ford
Gucci Fall/Winter 2023 Tom Ford

Daniele Conforti