Alessandro Michele potrebbe lasciare Gucci
Alessandro Michele starebbe per dire addio alla direzione creativa di Gucci. Una notizia inaspettata, un colpo al cuore per la fashion community italiana e internazionale. Quasi come se l’uscita di scena del brand di Raf Simons non fosse già abbastanza. Per ora nulla di ufficiale, ma sembra che il worst case scenario stia per concretizzarsi. È la stampa statunitense, nella notte, a diffondere la notizia su un articolo del WWD, dove fonti ben posizionate annunciano l’imminente fine del binomio Alessandro Michele e Gucci.
Il “no comment” a riguardo da parte della maison italiana perde di efficacia al sorgere di ulteriori testimonianze. Da una parte, una fonte anonima avrebbe riferito al quotidiano USA che a Michele è stato chiesto di «avviare un forte cambiamento nel design» per ravvivare le vendite del marchio, ma lo stilista non ha soddisfatto la richiesta. Dall’altra, una seconda fonte avrebbe affermato che François-Henri Pinault, presidente e amministratore delegato di Kering, società madre di Gucci, starebbe valutando un cambio di passo per il marchio di punta del gruppo.
Una triste realtà per coloro che hanno rivisto nel direttore creativo odierno la stessa gloria di un periodo inimitabile come quello di Tom Ford alla direzione del marchio. Estro creativo che proietta gli opposti in una visione della bellezza libera, senza vincoli, frutto di mescolanze e contrapposizioni. L’avvento improvviso di Alessandro Michele nel gennaio del 2015 alla direzione creativa ha permesso a Gucci di riassaporare un successo non limitato alla passerella, ma che si è tradotto, effettivamente, in numeri.
Dopo la sua nomina, Gucci ha registrato una crescita superiore al 35% per cinque trimestri consecutivi entro il primo trimestre del 2018, spingendo Marco Bizzarri, presidente e amministratore delegato del brand, a fissare un obiettivo di fatturato di 10 miliardi di euro per il marchio nel giugno dello stesso anno. E a portare l’asticella pochi mesi fa a 15 miliardi. Nonostante ciò, la corsa di Gucci negli ultimi mesi è rallentata rispetto gli altri marchi del gruppo. Seppur con un aumento di vendite, veniva additato al brand un certo stato di insolvenza nei confronti di un pubblico più tradizionalista e di un prodotto maggiormente sartoriale.
Per Michele la Moda è un modo di pensare
Romano, classe 1972, Alessandro Michele gode di un’estrazione borghese che foraggia il suo estro sin dall’infanzia. Il padre, tecnico dell’Alitalia, lo porta in visita a galleria d’arte e chiese cittadine; la madre, costumista del cinema, gli insegna il culto della bellezza e dell’estetica come rimedio assoluto alle brutture della realtà. Non sempre edulcorante per un ragazzo dotato di una sensibilità tanto profonda.
L’ossessione per la moda affonda le sue radici nell’azienda Les Copains, dove Michele rimane avvolto e affascinato dal know-how artigianale. Alla fine degli anni Novanta, fa il suo ingresso da Fendi per occuparsi degli accessori. Vive qui un momento di formazione stilistica e culturale assolutamente unico sotto l’egida di Karl Lagerfeld. Del Kaiser il giovane Michele ammira il modus operandi, quel circondarsi di libri, tessuti, musica, antichità che sono diventati, tra le sue mani, fonti uniche e originali di ispirazione, in un melting pot ineguagliabile e con una sola regola, la libertà più assoluta. Un caos paradisiaco in cui la creatività sperimenta sempre nuove formule e con una forza talmente attrattiva da diventare anche una regola di vita.
Tom Ford, nel 2002, lo chiama da Gucci per occuparsi, ancora una volta, degli accessori. L’inizio di una storia che prosegue oggi, segnata dalla direzione creativa di Alessandra Facchinetti prima e di Frida Giannini poi, di cui diventa associate creative director. Da Gucci la vena eclettica di Alessandro Michele trova la sua collocazione più spontanea: la sua passione per l’arredamento di interni lo porta ad assumere il ruolo di direttore creativo di Richard Ginori, storico marchio di porcellana pregiata acquisito dal brand nel 2013.
La svolta creativa ha luogo in seguito al debutto di Michele dopo il fulmineo addio di Frida Giannini, a ridosso della presentazione uomo dell’Autunno/Inverno 2015-2016.
È bastata una settimana, matta e disperatissima nella casa di Civita di Bagnoregio, per creare una collezione che racchiude il suo esordio estetico. Una visione acclamata dalla stampa come l’evento più importante delle sfilate milanesi di quell’anno.
La presentazione Gucci Uomo Autunno/Inverno 2015 è stata forse la più attesa dai tempi della ricomparsa di Hedi Slimane da Saint Laurent, e il risultato è molto più di uno shock. Ragazzi occhialuti e alcune ragazze con camicette infiocchettate e berretti, le mani grondanti in anelli e pantaloni larghi a zampa. Solo un mese più tardi la sfilata della collezione donna avrebbe rialterato il nuovo manifesto sottolineando il messaggio di caduta dei generi e il risultato è stato il furore della stampa che ha adorato in modo collettivo questa svolta definitiva.
La bellezza rimane l’espressione più incisiva del piacere che provo nei confronti della ricchezza e della multiformità delle cose. La creatività è un assemblaggio, significa ricomporre, raccontare, decidere che c’è una cosa più importante di un’altra. Il linguaggio creativo si trova in ognuno di noi.
Alessandro Michele
Colori, fantasie, riferimenti al limite dell’eccentrico. L’eccesso si evolve in concetto singolare, gli universi opposti trovano sintesi in creazioni traboccanti di cultura: arte, letteratura, architettura, poesia, storia. Un approccio singolare, fresco, tappezzato di sorprese ricorrenti. Premiato non soltanto dalle vendite, ma anche dai riconoscimenti ufficiali, come, nel 2016, quello dell’International Award presso il prestigioso Council of Fashion Designers of America Awards e con la presenza, quale unico italiano, nei 100 Most Influential People della Terra secondo il Time nel 2017.
Non penso di essere l’inventore o di aver detto qualcosa di così strampalato. È come quando fai quel film in cui si parla di quella storia d’amore che tutti avrebbero voluto vedere ma solo tu avevi i mezzi per farlo.
Alessandro Michele
Tra le sue muse, Florence Welch, Harry Styles, Jared Leto, Beyoncé, Dakota Johnson, Charlotte Casiraghi e Lana del Rey. Con cui, lo abbiamo visto, non disdegna di presentarsi sui red carpet di tutto il mondo, personaggio tra i personaggi. Un’anima ricca di esperienza visiva, trasparente quanto complessa, nobile quanto sensoriale. Un talento capace di far rivivere pietre miliari, rivisitare codici stilistici parte dell’heritage di uno dei marchi più ricchi di sempre. Per Alessandro Michele la moda non si riduce a linguaggio universale, diventa il modo più semplice per ricollegarsi alla vera bellezza delle cose. Cosa ne sarà di lui?
Daniele Conforti