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Met Gala 2022: il Glided Glamour fra Estro Sontuoso e Anarchia Sottotono

Anacronistico, sì, ma da sogno. Quest’anno il Met Gala celebra la nascita dello stile americano: il tema della serata, che inaugura la mostra stagionale del Costume Institute, vede come dress code Glided Glamour and White Tie, indicazione di rigore e solennità. Il riferimento è all’epoca d’oro degli Stati Uniti, fra il 1870 e l’inizio del Novecento. Via libera, dunque, a sfarzo e decori, a ruches e pizzi dal sapore d’altri tempi, a oro e dettagli preziosissimi.

Fashion Moment 6 Kim Kardashian

Protagonista assoluta della serata è la reality star e influencer Kim Kardashian, che si presenta con l’abito dorato che Marilyn Monroe indossò in occasione della festa di compleanno del presidente JFK nel 1962. Sì, proprio quello con cui intonò il celeberrimo Happy Birthday. In un’intervista per Vogue, la Kardashian ammette di aver dovuto perdere quasi otto chili per poter scivolare in un capo vintage cucito addosso alla Monroe. Una vera e propria seconda pelle, un antenato del nude dress che ha reso Kim tanto famosa. Realizzato da Jean Louis, e originariamente abbozzato da Bob Mackie, l’abito fu venduto all’asta nel 1999 per 1,26 milioni di dollari e, successivamente, nel 2016 per 4,6 milioni. La Monroe lo pagò circa 1440 dollari, oggi ne vale 13.

Colpisce con effetti speciali anche quel genio di Alessandro Michele, che, rigorosamente in Gucci, squarcia il red carpet nelle vesti di gemello di Jared Leto. Una scena che fa emergere da una parte il savoir-faire del direttore creativo, dall’altra le strabilianti capacità camaleontiche dell’attore Marvel. Veste Gucci anche Billie Eilish, il cui abito vittoriano dai toni pastello abbinati a guanti in pizzo ricorda fortemente un dipinto di Madame Poirson di John Singer Sargent.

Tralascia gli iconici occhiali da sole Anna Wintour, che opta per perline, piume e una tiara in un ensemble firmato Chanel. Raffinata e decisamente in tema. Ritroviamo la co-madrina Blake Lively sontuosa come non mai in Atelier Versace, un highlight della serata dall’effetto cangiante, che sembra cambiare colore. Al suo fianco Ryan Reynolds, con un completo in velluto firmato Ralph Lauren.

Giocano per il team Donatella anche i Ferragnez, Cardi B, Olivia Rodrigo, Emily Ratajkowski, Maluma e Gigi Hadid, con bustier e pantaloni in latex ricoperti da un pomposo parka imbottito. Perfettamente in tema sono Ariana de Bose, in un abito firmato Moschino letteralmente Glided, e Sarah Jessica Parker, che omaggia Elizabeth Hobbs Keckley, la prima stilista donna e nera alla Casa Bianca. Ex schiava trasferitasi dalla Virginia a Washington nel 1860, la Keckley divenne la sarta ufficiale della first lady Mary Todd Lincoln. Per iniziare la loro collaborazione, Parker e Christopher John Rogers hanno identificato un bozzetto particolare che Keckley aveva fatto intorno al 1860. L’ispirazione ha portato Rogers a disegnare un top aderente bianco e nero e una gonna ampia con strascico, realizzata in faille di seta, moire e taffetà con bottoni di cristallo Swarovski. Per il tocco finale, il modista Phillip Treacy – che negli anni ha disegnato per la Parker molti headpiece, tra cui l’epica cresta per il tema “punk” del 2013 – ha creato un velo personalizzato impreziosito da pietre nere. Una meticolosa attenzione al dettaglio che non è passata inosservata.

Non mancano gli statement più profondi. Hillary Clinton, al suo primo gala dopo vent’anni, è stata vestita da Joseph Altuzarra in un abito che portava ricamati sugli orli i nomi di decine di pioniere della parità di genere, da Abigail Adams a Madeleine Albright, la diplomatica che le aprì la strada come primo Segretario di Stato donna.

Atti di pura anarchia si ripetono anche in questo Met Gala. Da Julianne Moore in Tom Ford completamente sottotono, a Kerry Washington tutte trasparenze senza via d’uscita. Diamo a Venus Williams un quattro per lo sforzo, ad Amy Schumer direttamente un “rimandato a settembre”. Strascico scenografico per Kendall Jenner, in total balck di Prada, un 6 d’incoraggiamento da appisolata sugli allori. Di dubbio senso sono i riferimenti punk rock goth in Burberry di Bella Hadid, Nicki Minaj e Irina Shaik. Un susseguirsi di abiti neri completamente fuori tema.

Se Kylie Jenner commuove con il tributo a Virgil Abloh, la profusione di ruches e il cappellino Off-White evocano più che altro perplessità e dubbi. Quantity over quality, invece, per Louis Vuitton, che veste Gemma Chan, Phoebe Dynevor, Chloe Grace Moretz, Eve Jobs, Emma Stone, Cynthia Erivo, Eileen Gu, Sophie Turner e Joe Jonas. Uno sbadiglio dopo l’altro.

Se la maison francese annoia, il parterre maschile del Met Gala 2022 fa addirittura addormentare. Jack Harlow in Givenchy, Bradley Cooper in Louis Vuitton, Ansel Elgort in Moschino, Jacob Elordie in Burberry, Kodi Smit-Mcphee in Bottega Veneta, Adrien Brody in Thom Browne e Hugh Jackman in Tom Ford ne sono esempi lampanti. Buonanotte.

Daniele Conforti