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New Bottega Veneta: il Debutto dell’Eccellenza

Pronti, partenza, via. Matthieu Blazy riparte dalla Milano Fashion Week, riportando Bottega Veneta alla calma delle origini, nel lontano 1966 a Vicenza, quando Michele Taddei e sua moglie Laura Braggion sviluppano la tecnica dell’intreccio, un marchio di fabbrica anche mezzo secolo più tardi.

La location è quella di piazza San Fedele, in un palazzo dai vetri coperti da pannelli verde smeraldo – che ospiterà la nuova sede del marchio di Kering dal 2023. Il nuovo approccio di Bottega alterna outfit minimal e rigorosi a divertissement sperimentali, ma mai fini a se stessi. Dopotutto, Blazy ha dovuto fare i conti con l’impero Lee, che aveva stabilito codici forti per Bottega Veneta, introducendo il brand nel pinnacolo dei marchi del lusso contemporaneo.

Lo show si apre con un importante statement: una canotta bianca, un paio di pantaloni in pelle effetto denim trompe l’oeil. A significare l’inizio di una nuova era, che vede il nuovo director innalzarsi da braccio destro a mente creativa.

Con il team siamo riusciti a ottenere i nostri obiettivi, tornare in Italia e trasportare il movimento sugli abiti. Tutto è partito dal lavoro di Boccioni e dal Futurismo che ci hanno permesso di sviluppare il concetto di movimento. La sartoria invece è un elemento chiave Italia dove il tailoring è streetwear perché le persone lo portano in strada.

Matthieu Blazy

Il riferimento più rilevante nei confronti della tradizione sartoriale italiana è il Peplo di Fortuny, una creazione risalente agli anni Trenta dalla struttura fluida, una pioggia di plissettature a due strati riportata alla gonna. La struttura riecheggia nei coat grafici doppiopetto segnati da spalle a uovo, abiti minimal impreziositi da imbottiture sulle spalline, gonne a ruota con infinite frange di pelle. Ritroviamo l’intrecciato nei cuissardes abbinati alla camicia. Maxi eco pellicce avvolgono a bozzolo il corpo e sottovesti di paillettes si rivestono di bagliori d’argento. Ma gli highlight sulla passerella sono le borse, che si trasformano in ceste o diventano cuscini da tenere stretti al corpo.

Tra gli altri, troviamo in prima fila l’amico Raf Simons e il compagno Pieter Mulier di Alaïa, l’immancabile Anna Wintour, Tracee Ellis Ross e Julianne Moore, seduta accanto al CEO di Kering François-Henri Pinault.

Daniele Conforti